Giordano Bruno sì Ma Sigismondo Arquer no?

Giordano Bruno sì Ma Sigismondo  Arquer no?
di Francesco Casula
Ricorreva ieri il 423° Anniversario della morte di Giordano Bruno, filosofo e scrittore arso vivo nel rogo dall’Inquisizione cattolica,perché ritenuto eretico. I media lo hanno ricordato, giustamente. Su Facebook, molti miei amici, altrettanto giustamente e opportunamente, con numerosi post lo hanno “celebrato”, in quanto uomo di valore che per difendere la libertà, sacrifica la stessa vita. Roma il 9 giugno del 1889, proprio dove era stato bruciato gli erigerà, nella piazza di Campo dei fiori, a perenne memoria, una enorme statua in bronzo. Molto bene. Mi chiedo però: sia i Media che gli amici su Facebook ricorderanno il 4 giugno prossimo il 452° Anniversario della morte di Sigismondo Arquer? Anche lui bruciato vivo nel giugno del 1571 a Toledo, in Plaza de Zocodover? Anche lui condannato perché eretico? Dopo 7 anni e 8 mesi di carcere, dove verrà sottoposto a torture inaudite? Eppure si tratta di un intellettuale e scrittore di livello europeo. Plurilingue: conosce il latino, l’italiano (che ha imparato a Pisa e Siena, durante l’Università), il castigliano (la lingua allora ufficiale), il catalano e il sardo: le due sue lingue materne, il sardo per parte di madre e il catalano per parte di padre. Scrive la prima storia della Sardegna: “Sardiniae brevis historia et descriptio”, (cui era allegata una carta dell’isola e una veduta di Cagliari, Tabula corographica insulae ac metropolis illustrata), una pietra miliare nel panorama delle lettere isolane, anche perché si tratta dell’archetipo di una serie di scritti del genere letterario storico-descrittivo, destinato ad affermarsi con i secoli nella cultura isolana. Sebastian Münster, geografo, cartografo e grandissimo intellettuale, di fede luterana, vorrà che la storia di Arquer sull’isola, fosse inserita nella sua monumentale opera “Cosmographia universalis” (di cui possediamo, conservata in ottime condizioni nella Biblioteca del Comune a Cagliari una copia originale dell’edizione latina del marzo del 1550). Sospetto e temo che il 4 giugno prossimo, come negli anni precedenti e come sempre, nessuno si ricorderà di Sigismondo Arquer: condannato irreversibilmente alla damnatio memoriae. Il motivo? Perché sardo, ha scritto il nostro più grande poeta etnico, Cicitu Masala: dunque lontano dal centro dell’impero. Per lui nessuna statua. Nessuna celebrazione. Neppure una riga sui libri di storia. Cagliari, bontà sua, gli ha dedicato una viuzza secondaria e insignificante: mica lo slargo dedicato a Carlo Felice! Così pure Quartu. Una vergogna! Eppure almeno noi sardi dovremmo ricordarlo e studiarlo. E’ un nostro eroe: assassinato dal delirio ideologico dell’Inquisizione, esclusivamente perché rivendicava la libertà di coscienza. Durante il lunghissimo processo, rivendicherà con orgoglio la sua sardità che qualcuno voleva negare, addirittura facendolo passare per tedesco. No, ribatterà, sono sardo, di madre cagliaritana e di padre aragonese.
 
 
 
 
 
Visualizzato da Francesco Casula alle 09:48
 
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Giordano Bruno sì Ma Sigismondo Arquer no?ultima modifica: 2023-02-18T12:16:19+01:00da zicu1
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