Presentazione libro in lingua sarda su Grazia Dore

 

All’interno dell’ottava edizione delle CORTE APERTAS 2010 di Olzai  (3-5 Dicembre)

 

SABATO 4 DICEMBRE

Ore 17.00 – Sala Consiglio Comunale:

Presentazione della monografia in lingua sarda “Gratzia Dore” di Francesco Casula, (Alfa editrice) con la partecipazione dell’autore, per iniziativa e col coordinamento degli studenti olzaesi del Liceo Scientifico di Nuoro.

 

5am – Sala Consiglio Comunale (Town Hall):

Presentation of a monograph in Sardinian entitled

“Gratzia Dore”, by Francesco Casula, in the

presence of the author; initiated and coordinated

by the Olzai students of the Liceo Scientifico di

Nuoro.

 

Gratzia Dore 

Grazia Dore nasce a Orune nel 1908 da una famiglia “illustre”: suo padre Francesco sarà deputato per due legislature; il fratello più grande, Antonio, amico di Gramsci, per lunghi periodi in prigione e al confino per cattività antifascista, sarà il primo segretario del Partito comunista in Sardegna dopo la guerra; il fratello minore, Gianpietro, direttore di importanti giornali cattolici, sarà amico e collaboratore di storici come Gabriele De Rosa e Pietro Scoppola ma soprattutto di Giovanni Battista Montini, il futuro papa, Paolo VI; la sorella Peppina, giornalista e scrittrice fonderà una Congregazione religiosa mentre l’altra sorella, Raffaela scriverà importanti libri di pedagogia.

Grazia Dore –che finirà la sua carriera di insegnante come Preside della Scuola media di Olzai dove morirà nel 1984, è soprattutto una poetessa balente e zeniosa, tanto da avere il plauso di Pier Paolo Pasolini che riconoscerà in lei “un robusto impianto e uno squisito rigore letterario” e una poesia in cui “tutto va puntato sul valore lirico; sulla sua capacità di delirio, di dereglement, di estasi o angoscia”.

 

Grazia Dore fa parte della collana di “Omines e feminas de gabbale” che contiene 15 monografie su uomini e donne sarde di valore. Oltre a Grazia contiene Eleonora d’Arborea, Grazia Deledda,Marianna Bussalai,Gramsci, Lussu, Amsicora, Giovanni Maria Angioy, Montanaru, Giuseppe Dessì,  Francesco Masala, Giovanni Lilliu, Sigismondo Arquer, Antonio Simon Mossa, Eliseo Spiga. Si tratta di personaggi che –a parte forse Gramsci e qualcun altro- giovani e studenti non avranno l’avventura di trovare e studiare nei libri scolastici che, ancora impostati in una logica italocentrica, continuano a censurare gli scrittori, i poeti, gli intellettuali sardi e soprattutto sardofoni. 

I criteri con cui sono stati scelti i 15 personaggi sono quelli che attengono all’Identità: sono stati cioè selezionati uomini e donne -per utilizzare l’espressione di Antonello Satta, altro “grande” sardo di valore- “che sappiano andare per il mondo con pistoccu in bertula, perché proprio in questo andare per il mondo, mostrano le stimmate dei sardi e, quale che sia lo scenario delle loro opere, vedono la vita alla sarda”.

Delle 15 monografie io ne ho scritto 11 (da solo o con altri autori).

scansione0001.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro con Michele Columbu

 

 

 

Mercoledì scorso (24 Novembre) abbiamo incontrato Michele Columbu,  il grande patriarca del Sardismo. In una lunga chiacchierata, nel suo eremo di Capitana, ci ha distribuito, fra l’ironia e il disincanto, numerose e corpose pillole di saggezza. Che gli derivano anche dalla sua età veneranda: a Febbraio prossimo compirà 97 anni!

Ma ecco la scheda sulla sua vita e sulla sua opera che apparirà (nel capitolo a lui dedicato) nel 2° volume della mia “Letteratura e civiltà sarda identitaria” di prossima pubblicazione da parte della Casa editrice Condaghes.

 

 

MICHELE COLUMBU

Il leader sardista, il parlamentare, l’intellettuale, lo scrittore e l’affabulatore ironico (1914-)

Michele Columbu nasce a Ollolai l’8 febbraio 1914. Dopo gli studi medi e superiori a Nuoro, frequenta l’Università di Cagliari dove si laurea in Lettere classiche. Insegna nelle scuole medie, sempre a Nuoro. Partecipa alla seconda guerra mondiale come ufficiale di cavalleria sul fronte russo.

Nel 1948, Emilio Lussu opera una scissione all’interno del Partito sardo d’azione, dando vita al Partito socialista sardo. Michele Columbu, sardista e “lussiano” –è lui stesso a scriverlo- dal punto di vista della politica sociale e anche per la simpatia, l’onestà che sentivo dell’uomo, la totale partecipazione alle proprie idee, l’estrema sincerità” ma in disaccordo per quanto atteneva “alla politica delle alleanze e di collaborazione con i partiti esterni” non segue Lussu nella scissione, ma “amareggiato e a disagio perciò che era successo” abbandona la Sardegna e si reca a Milano dove insegnerà nelle scuole medie,–con una breve parentesi a Monza- fino al 1964.

Rientrato in Sardegna –è ancora lui a ricordarlo- nel 1964-65 fa il professore a Cagliari e il Sindaco di Ollolai. Nel 1964 infatti presenta nel suo paese una lista civica sconfiggendo i democristiani. Ecco come racconta la sua doppia “professione”: “Insegnando a Cagliari andavo a Ollolai alla fine della settimana…domenica facevo Consiglio…non c’erano assegni né gettone di presenza…io mi sentivo chiamare da tutte le parti «amministratore». Non potevo riparare un selciato, in dissesto e pericoloso, perché non c’era un centesimo nel comune…”. E poi ci sono i disoccupati “cinquanta capifamiglia” e i pastori colpiti da una grande nevicata. Manda Espressi e Telegrammi agli Assessori regionali. Neppure gli rispondono. Così concepisce e attua la marcia che passerà alla storia: da Cagliari a Ollolai, a Sassari, percorrendo a piedi 500 km lungo tutta la Sardegna per chiedere lavoro e sviluppo delle zone interne e montane e per esprimere la protesta della Sardegna interna contro le condizioni di arretratezza in cui era lasciata non solo dal Governo centrale ma anche da quello regionale

L’iniziativa travalicherà il Tirreno: il 13 Aprile ne darà notizia il telegiornale delle Venti. Arriveranno attestati di solidarietà da tutta l’isola, specie dal mondo agropastorale.  Si svilupperà una vera e propria protesta di massa contro il fallimento dell’Autonomia. A Columbu il PCI proporrà la candidatura ma rifiuterà per dedicarsi all’organizzazione dei pastori e alla crescita del suo Partito.

Chiamato qualche tempo dopo al Centro regionale della programmazione come esperto dei problemi del mondo agropastorale, lascia quando nel 1972 fu eletto deputato come indipendente  nelle liste del PCI, in rappresentanza del Partito sardo d’azione, di cui diventerà segretario prima e presidente poi..

Nel 1984 venne eletto parlamentare europeo nella lista Federalismo Europa dei Popoli, formata da un accordo tra il Psd’az e l’Union Valdôtaine.

 Ha scritto numerosi racconti (Guri e Nurilò: paesi di montagna, La strega di Gurì, La via della tanca); saggi di carattere politico (Il fischio del pastore; Lettera su Orgosolo; Contro i petrolieri;  Sardità e milizia politica di Emilio Lussu; Lotte sociali, antifascismo e autonomia in Sardegna; I veri sardi; L’autonomia vista da Milano; I veri sardisti); la raccolta di racconti L’aurora è lontana (1968) e il romanzo Senza un perché (1992), che entrerà fra i finalisti del Premio nazionale letterario “Giuseppe Dessì”.

Columbu scrive prevalentemente in italiano ma anche in lingua sarda, che padroneggia magistralmente e di cui conosce perfettamente le varianti fondamentali e persino molte varietà locali di singoli paesi. In lingua sarda ha scritto –fra gli altri- due piccoli saggi (Istados e nassiones e In chirca de una limba) e  Sardos malos a creschere, un Omaggio a Michelangelo Pira.

Al di là dei contenuti e della lingua utilizzata, quello che emerge dalle opere di Columbu, che amava ironicamente definirsi “un pastore per pura combinazione laureato”, è uno scrittore raffinato e colto, con un linguaggio carico di deflagrazioni umoristiche e dalle grandi capacità allusive, impregnato di immagini ardite, di metafore, di parabole, di simboli e di proverbi.

 

 

 

Presentazione libro sardo

MONOGRAFIA IN LINGUA SARDA SU “GRATZIA DORE”

All’interno dell’ottava edizione delle CORTES APERTAS 2010 di Olzai (3-5 Dicembre)

 

SABATO 4 DICEMBRE

Ore 17.00 – Sala Consiglio Comunale:

Presentazione della monografia in lingua sarda “Gratzia Dore” di Francesco Casula, (Alfa editrice) con la partecipazione dell’autore, per iniziativa e col coordinamento degli studenti olzaesi del Liceo Scientifico di Nuoro

 

 

Storia sarda

Ciclo di Conferenze sulla Storia sarda

Giovedì 18 Novembre alle ore 16 all’Università della Terza Età di Sanluri (presso la sala dell’ex Montegranatico – fronte Castello- con accesso sulla via San Rocco) Francesco Casula darà l’avvio a una serie di Conferenze sulla Storia sarda: dalla “colonizzazione” fenicia (secolo IX) all’occupazione Cartaginese (VI secolo) con la crisi della civiltà nuragica e la divisione dell’Isola in due tronconi; dal dominio di Roma e lo sconvolgimento economico, sociale, politico e culturale-linguistico della Sardegna (227-A. C.- V sec. D. C.) alla breve occupazione dei Vandali e al dominio bizantino (V-X secolo D.C.); dai Giudicati e la presenza di Pisa e Genova,. all’occupazione Aragonese; dalla  dominazione spagnola al brutale dominio sabaudo, fino alla Sardegna “italiana”.

Nella Conferenza di Giovedì 18 Novembre si inizierà con la trattazione dell’arrivo dei Fenici prima e dell’occupazione cartaginese poi. Particolare spazio sarà dedicato:

1. a confutare il luogo comune –ormai messo in discussione da moltissimi storici e studiosi- secondo cui i Fenici avrebbero portato la “scrittura” in Sardegna con l’iscrizione della Stele di Nora fatta risalire al secolo IX. In realtà i sardi conoscevano ben prima la scrittura e comunque la Stele di Nora è da ascrivere al XIII-XIV secolo e non al IX secolo.

2. a mettere in rilievo come l’Isola, soccombendo ai generali Asdrubale e Amilcare , verso il 509 a.c.  “la resistenza” sarda fu stroncata, “Fu –per usare la prosa di Giovanni Lilliu- domata e sospinta dalle pianure e dalle colline nelle zone montagne dell’interno, solitarie, sterili e disperate ( Iustn.XIX,1). Si può capire che l’abbandono forzato di terre che la letteratura storica greco-romana ci presenta piena di monumenti d’ogni genere e fonte di benessere materiale e civile, provocò una cesura culturale, una crisi di civiltà fra le popolazioni nuragiche. E la marcia patetica dalle <belle pianure iolaèe> ( Diod.,IV,29-30-V,15) dove gli antichi pastori e agricoltori – guerrieri lasciavano i castelli distrutti, le case fumanti, i templi profanati e le tombe dei loro morti incustodite, verso le rocce, le caverne e i boschi paurosi del centro montano, fu non soltanto una ritirata di uomini, donne e fanciulle perseguiti come vinti dal vincitore straniero e sospinti verso una carcere, quasi verso un enorme campo di concentramento naturale, ma fu anche e soprattutto la capitolazione di un’intera civiltà protesa in uno sforzo decisivo e vicina al suo pieno traguardo storico. Con la sconfitta fu pure incrinata la compattezza etnico- sociale dei Sardi della civiltà nuragica e ne risultò la prima grande divisione politica: da una parte l’Isola montana,-  dei Sardi ancora liberi seppur costretti in una sorta di riserva dai conquistatori, come lo furono nel secolo XIX gli Indiani americani di Capo Giuseppe, chiusi in una riserva dell’Idaho dai bianchi del generale Miles-  che continuò a esprimere una cultura genuina e autentica di pastori, per quanto impoverita e decaduta; dall’altra  i Sardi più deboli, arresisi agli invasori, diventati <collaborazionisti> per calcolo o per paura furono degradati al livello di servi della gleba e confusero il loro sangue e la loro civiltà mescolandosi ai mercenari libici, schiavi gli uni e gli altri del comune padrone cartaginese. Per i sardo- punici (o sardo- libici) a cultura mista, i sogni di grandezza, già nel V secolo a.c. erano finiti nel nulla e la libertà era diventata una parola senza senso. Le madri facevano figli per essere assoldati a poco prezzo negli eserciti di Cartagine. Come le antiche “pianure iolaèe” germinavano biade e gli altopiani erbosi dei primitivi pastori ingrassavano greggi per arricchire il mercato internazionale dell’invasore e aumentarne l’insaziabile brama del potere economico e politico. Per i Sardi autentici del centro montano, a cultura tradizionale senza alcun compromesso, la libertà rappresentava ancora un valore e il suo prezzo li ripagava dei sacrifici materiali e dell’avvilimento morale in cui li aveva cacciati l’avverso destino. Schiavitù e libertà segnavano ormai una netta linea di confine fra le due parti dei Sardi: quella conformista e quella ribelle, la prima accomunata forse alla seconda al padrone nel disprezzo e nell’odio .Ed il padrone noncurante e forse lieto della divisione prosperava sulla contesa delle due Sardegne” 

 

 

La lingua sarda a scuola

La NUOVA SARDEGNA

Lunedì 15 Novembre 2010

 

LA SARDEGNA          LIBRO

di Salvatore Tola         per libro

 

Sa limba

a scuola

 

«La lingua sarda e l’insegnamento a scuola», di Francesco Casula, Alfa Editrice, Quartu Sant’Elena, euro 14.

 

Casula, giornalista e studioso, già membro dell’Osservatorio regionale della Lingua e della Cultura sarda, ha raccolto nella prima parte del volume i testi di conferenze e lezioni nelle quali ha sostenuto la validità della «limba» e ha propugnato il suo inserimento tra le discipline scolastiche; mentre nella seconda parte l’avvocato Debora Steri presenta il quadro della legislazione vigente in Europa, in Italia e in Sardegna per la tutela delle minoranze linguistiche.

 

 

 

 

 

 

 

Premio di poesia sarda di Escalaplano

COMUNU DE SCALEPRANU

Cuncursu literàriu in língua sarda
“Poetendi e Contendi Scalepranu in Poesia – 4ª editzioni”

 

1.   Bandu de su Cuncursu

S’Aministratzioni Comunali de Scalepranu ghetat su bandu po sa de cuatru editzionis de su

Cuncursu literàriu “Poetendi e Contendi – Scalepranu in Poesia”.

A su Cuncursu podint pigai parti poetas e iscridoris cun òperas iscritas in calisisiat barianti de sa língua sarda.

Po pòdiri pigai parti a su Cuncursu no si pagat nudda, ma sa partecipatzioni cumportat s’arrispetu de totu is normas istabilias in su regolamentu.

Su Cuncursu est dividiu in duas setzionis:

  • PRIMA SETZIONI: “Poesia” e “Prosa” in língua sarda – aberta a totus chentza límitis de edadi;
  • SEGUNDA SETZIONI: “Poesia ” e “Prosa” in língua sarda – arriservada a is istudentis de is iscolas primària, sigundària e superiori de Scalepranu.

Is òperas no depint èssiri mai istètias pubricadas ne premiadas in àterus cuncursus literàrius.

Si podit pigai parti a una setzioni isceti (cun una poesia o unu contu oghinò cun una poesia e unu contu, presentaus in duas bustas diffarentis).

Po pigai parti a sa setzioni “Poesia” tocat a presentai una poesia a tema lìberu, de no prus de 60 versus.

Po pigai parti a sa setzioni “Prosa” tocat a presentai unu contu o una “novella” de no prus de 10 pàginas.

Is cumponimentus depint èssiri arretulaus, iscritus cun su computer cumenti documentu word carateri times new roman 12, no depint èssiri firmaus, ma tocat a ddis pònniri unu Dìciu o unu Paranòmini, ispedius o portaus, aintru de una busta serrada, a su Comunu aintru de sa dia istabbilia.  Aintru de sa busta imparis a su cumponimentu, tocat a pònniri fintzas un’àtera busta serrada e chi no siat trasparenti, cun unu fòlliu cun sa firma de s’autori, su nòmini beru, s’indirizu, nùmùru de telèfunu, su paranòmini o su dìciu de s’opera presentada e in prus una decrarada innui s’autori impromit de arrispetai, de unu totu, su bandu de su cuncursu e ca su cumponimentu presentau est òpera cosa sua, ca no est istétiu mai pubricau in líburus o giornalis, ne mai premiau o sinnalau in àterus cuncursus. Po is cuncurrentis chi no ant cumpriu is dexot’annus, sa ischeda de partecipatzioni depit èssiri firmada de su babu o de sa mama.

In foras de sa busta tocat a iscriri a cali setzioni si bolit partecipai (Prosa o Poesia prima setzioni o setzioni arriservada a is istudentis de Scalepranu – Cuncursu literàriu in língua sarda).

Is cumponimentus depint arribai a su Cumunu de Scalepranu a custu indirizu: “Cumunu de Scalepranu bia Sìndigu Giuanni Carta 18, 08043 ESCALAPLANO (CA)”. Ispedius po mesu de su serbìtziu postali o portaus in deretura a s’Ufìtziu de su Protocollo de su Cumunu aintru de su catodixi de gennaxu de su 2011.

Is òperas ant a dèpiri èssiri mandadas, in prus de sa còpia imprentada cumenti eus giai nau, fintzas in formau digitali (floppy disk o CD ROM) aintru de sa pròpriu busta, oghinò  podint èssiri mandadas cun sa posta eletrònica, a s’indirizu e-mail poetendiecontendi@comune.escalaplano.ca.it  sa e-mail depit portai po oggetu “òpera presentada a sa de cuàtru editzionis de su cuncursu literàriu in lìngua sarda”.

Si precisat ca sa Cumissioni de su Cuncursu at a averiguai e a valutai, in forma anònima, isceti is òperas imprentadas.

Àterus documentus chi no funt de òbbrigu ma chi s’autori at a bòlliri mandai cumenti: fotografias o pinturas, informatzionis de sei etotu, glossàrius etc. depint èssiri aunius a sa versioni in formau digitali (floppy disk o CD ROM) o a sa e-mail:    poetendiecontendi@comune.escalaplano.ca.it

No ant a èssiri valutadas is òperas chi presentint in su fólliu cun su cumponimentu calisisiat sinnu, chi potzat fàiri cumprèndi chini est s’autori.

No ant a èssiri valutadas mancu is òperas chi ant a arribai a su Cumunu apustis de sa data istabbilia (su catodixi de gennaxu de su 2011).

Cunfroma a cantu at istabbiliu sa Lei 1962003 e is modíficas sighentis, sa partecipatzioni a su cuncursu cumportat de parti de s’autori, s’autorizatzioni a su manixu de is datus personalis po totu su chi pertocat a su cuncursu. Po is chi no tenint ancora dexot’annus at a tènniri balori sa decrarada fata de su babu o de sa mama.

2.   Prémius

Is òperas ant a èssiri giudicadas de sa Giuria de su cuncursu chi a s’acabbu de is trabballus at a isceddai is primus tres classificaus po dónnia setzioni e at a sinnallai is chi funt arresultaus meritevulis. Sa Giuria at a pòdiri donai mentzionis ispecialis e at a tènniri sa facultadi de non donai unu o prus prémius chi no arriconnoscit òperas chi tengant balori. Su parri de sa Giuria no podit èssiri cuntestau. Ant a èssiri premiaus is primus tres classificaus de dònnia setzioni.

Is  prémius de su cuncursu funt :

SETZIONI PRIMA

Aberta a totus chentza de límitis de edadi

SETZIONI SEGUNDA

Istudentis de sa iscola primària, sigundària e superiori de Scalepranu

a) Setzioni Poesia:

1u prémiu €. 500,00

2u prémiu €. 300,00

3u prémiu €. 100,00

a) Setzioni Poesia:

1u prémiu €. 250,00

2u prémiu €. 150,00

3u prémiu €.   50,00

b) Setzioni Prosa:

1u prémiu €. 500,00

2u prémiu €. 300,00

3u prémiu €. 100,00

b) Setzioni Prosa:

1u prémiu €. 250,00

2u prémiu €. 150,00

3u prémiu €.   50,00

Is autoris premiaus ant a èssiri avvisaus luegus, e ddis at a èssiri comunicau su logu e s’ora de sa premiatzioni. Prémius e arriconnoscimentus ant a dépiri èssiri cunsenniaus in is manus de s’autori. Chi custu no est possibili, tocat a informai su Cumunu e sa Cumissioni de modu chi su prémiu potzat èssiri intregau a una persona autorizada cun dèlega de s’autori.

Su Cumunu non si pigat nisciuna arresponsabbilidadi po is prémius chi no benint arritiraus.

Is cumponimentus presentaus no ant a èssiri torraus a is autoris, e su Cumunu tenit sa facurtadi de ddus pubricai o de ddus imperai in calisisiat atividadi culturali.

Is autoris autorizant a su Cumunu de Scalepranu a pubricai is òperas in is formas e in is médius imperaus oindì, chentza chi ddis ispetit nisciuna arrecumpensa. Intamus, ónnia deretu de copyright de su cumponimentu abarrat a s’autori de s’òpera.

S’arregorta de is òperas at a èssiri a dispositzioni de totus in sa bilioteca Comunali de Scalepranu. Is cumponimentus premiaus ant a èssiri pubricaus in su situ web: www.comune.escalaplano.ca.it/poetendiecontendi.htm

 

3.   Calendàriu e programma de sa premiatzioni

Sa premiatzioni de su Cuncursu s’at a fàiri in s’aposentu de su Consillu Comunali de Scalepranu in su mesi de martzu de su 2011. Ant a èssiri cumbidaus totu is chi ant pigau parti a su Cuncursu, is iscolas e totu is Scalebranesus. Apustis de sa presentada de is arrisultaus de su Prémiu literàriu, sa Giuria at a decrarai e a premiai is bincidoris, chi ant a pòdiri lìgiri is cumponimentus premiaus.

 

La Giuria è composta dal Prof. Francesco Casula (Presidente), Prof.ssa Franca Marcialis e Dr. ssa Bruna Siriu.

 

 

PARTITO DEMOCRATICO:VERGOGNATI!

                    

 

 

 

 

 

……………………non ho parole!!!!!!!!!

  

DOVEROSO DARNE DIFFUSIONE!!

 Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori ha proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com’è finita:

·         Presenti 525

·         Votanti 520

·         Astenuti 5

·         Maggioranza 261

·          Hanno votato sì 22

·         Hanno votato no 498).

i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
 
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
 
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono tre – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è
che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,
che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
 
Non ne hanno dato notizia nè radio, nè giornali, nè Tv OVVIAMENTE.
Non è vero che la libertà di stampa è in pericolo.
Nella difesa della libertà di stampa hanno adottato anche la libertà di autocensura!!!

 Facciamola girare noi !!!

 

……………………non ho parole!!!!!!!!!

  

E’ uscita Lacanas, rivista delle Identità

Da La Nuova Sardegna dell’1-11-2010

La Sardegna libro per libro di Salvatore Tola

 

«Làcanas», direttore Pao­lo Plllonca, Domus de Ja­nas, Selargius, anno VII, n. 46, V del 2010, euro 4.

 

Questo nuovo fascicolo della «Rivista bilingue del­le identità» si apre con un editoriale dedicato al di­battito sullindipendenti­smo che si è tenuto di re­cente sulla «Nuova». Si al­ternano poi interviste, co­me quella del direttore a Helenita Olivares, vedova di Aligì Sassu; articoli co­me quello di Francesco Casula sulla lingua di Gra­zia Deledda; e cronache culturali: i premi di poe­sia sarda, la festa di Su Prugadoriu a Seui ecc. E infine le rubriche: visita a un paese (Seulo), la musi­ca, la poesia, le gare degli improvvisatori.