ASTENSIONISMO DI MASSA E ABDICAZIONE DEI PARTITI


ASTENSIONISMO DI MASSA
E ABDICAZIONE DEI PARTITI
di Francesco Casula
Anche nelle elezioni del 13-14 febbraio scorsi abbiamo assistito all’esplodere dell’astensionismo di massa. Come e addirittura più che nelle politiche del 25 settembre scorso: in Lombardia ha votato il 41,67 degli aventi diritto e nel Lazio iL 33,11. A Roma, addirittura il 33,1: uno su tre elettori!
Per farla breve hanno votato i parenti, famigli, amici dei Candidati. Più quell’esercito di clientele che ruotano intono ai Partiti, da cui traggono vantaggi. E il voto di opinione? E il voto di “appartenenza” politica, ideologica, culturale? Sostanzialmente evaporato.
Disaffezione, disamore alla politica? No. Disaffezione e disamore alla politica politicante, ovvero alla mala politica dei Partiti: che non sono più credibili. Nella propaganda elettorale affermano una cosa, al governo fanno il contrario. Sono loro la causa dell’astensionismo di massa. Lo denunciano e lo temono, ma confondono l’effetto con la causa: che sono appunto loro stessi.
Gli è che i Partiti, in buona sostanza, sono ridotti viepiù a semplici Comitati elettorale o, peggio, a meri Comitati di affari. Senza radici, senza storia, senza strategia e, ancor meno visione. Senza gruppi dirigenti. Improvvisati e liquidi.
I loro programmi vengono “venduti” prescindendo dai contenuti e valorizzando l’involucro, la confezione, il look, l’immagine.
La loro politica si svuota cioè di contenuti – restano solo quelli simulati – e diventa pura e asettica gestione del potere. Il conflitto fra Partiti – più apparente che reale – diventa lotta fra gruppi, spesso trasversali, in concorrenza fra loro per assicurarsi questa gestione. La battaglia politica diventa perciò priva di telos,di finalità. E poiché i gruppi politici si battono fra loro avendo come unico scopo la gestione del potere e l’occupazione degli Enti – di qualsivoglia genere – da quelli bancari a quelli culturali – purché rendano in termini di soddisfacimento degli appetiti plurimi dei “clienti” più fidati, idee politiche, ideologie, programmi e progetti si riducono a pura simulazione: sono effimeri e interscambiabili. Sostanzialmente omologhi.
Tanto che il valente storico e filologo Luciano Canfora ha parlato di “partito unico articolato” (il termine, riferito al fascismo, è di Gramsci nda) che regna senza contrappesi e senza neppure il popolo, sospettato ormai sistematicamente di avere pulsioni populiste”. E, non è un caso che soprattutto nell’ultimo decennio abbiamo assistito a governi con tutti (o quasi) dentro!
La legittimazione per i Partiti e per i politici non nasce più dalla libera aggregazione di cittadini attorno a finalità e programmi e progetti concordati e condivisi, né dal consenso popolare, né da una delega concessa su obiettivi determinati, né dalla difesa degli interessi di classi o di gruppi sociali.
La legittimazione tende ad essere tautologica: si è legittimati a governare per il fatto stesso di essere al governo. E i Partiti sono legittimati per il fatto stesso di essere all’interno del sistema dei Partiti, ovvero, secondo l’espressione di Canfora, all’interno del “Partito unico articolato“ e, dunque dei suoi obiettivi parametri e “valori”: la guerra, il liberismo, l’unitarismo statale, con “La repubblica una e indivisibile”, (addirittura Fdi vagheggia il Presidenzialismo!), l’atlantismo, il filo americanismo, il produttivismo industrialista con le grandi e devastanti opere (TAV, Ponte di Messina), il nucleare.
E chi putacaso si ponesse fuori o contro tali “parametri”? E’ fuori, non esiste.
A fronte di tutto ciò, c’è da meravigliarsi che più del 60% dei cittadini non si senta più rappresentato e dunque non voti più?

Il sistema politico italiano – le cui articolazioni succursali sarde non fanno eccezione, seguono anzi supine e subalterne le dinamiche continentali – da un bel po’ di tempo (da trent’anni circa), ricorre a un uso più consolidato e spregiudicato dei nuovi mezzi di comunicazione di massa (utilizzando persino Tik Tok!), di tecniche più sofisticate di psicologia di massa, di linguaggio e di controllo dell’informazione. Da indurre a scegliere non i Partiti ma Meloni, Salvini, Berlusconi, Conte, Letta, Calenda o Renzi. sono tutte immagini rappresentative e simboliche del moderno autoritarismo e del gioco simulato, dietro tecniche di comunicazione, in larga parte mutuato dalla pubblicità. Così Partiti, uomini politici, programmi vengono “venduti” prescindendo dai contenuti e valorizzando l’involucro, la confezione, il look, l’immagine. Non a caso nei simboli campeggia, a caratteri cubitali, il nome del leader. Ad esclusione di Letta e Conte.
Non a caso, persino un settimanale, non sospettabile di estremismi, come Famiglia Cristiana, a proposito della convention di Comunione e Liberazione ha scritto nel suo Editoriale: “C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e Liberazione. Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare”.
La politica si svuota cioè di contenuti – restano solo quelli simulati – e diventa pura e asettica gestione del potere. Il conflitto fra Partiti – più apparente che reale – diventa lotta fra gruppi, spesso trasversali, in concorrenza fra loro per assicurarsi questa gestione. La battaglia politica diventa perciò priva di telos,di finalità. E poiché i gruppi politici si battono fra loro avendo come unico scopo la gestione del potere e l’occupazione degli Enti – di qualsivoglia genere – da quelli bancari a quelli culturali – purché rendano in termini di soddisfacimento degli appetiti plurimi dei “clienti” più fidati, idee politiche, ideologie, programmi e progetti si riducono a pura simulazione: sono effimeri e interscambiabili. Sostanzialmente omologhi. Tanto che il valente storico e filologo Luciano Canfora ha parlato di “partito unico articolato” (il termine, riferito al fascismo, è di Gramsci nda) che regna senza contrappesi e senza neppure il popolo, sospettato ormai sistematicamente di avere pulsioni populiste”. E, non è un caso che soprattutto nell’ultimo decennio abbiamo assistito a governi con tutti (o quasi) dentro!
La legittimazione per i Partiti e per i politici non nasce più dalla libera aggregazione di cittadini attorno a finalità e programmi e progetti concordati e condivisi, né dal consenso popolare, né da una delega concessa su obiettivi determinati, né dalla difesa degli interessi di classi o di gruppi sociali.
La legittimazione tende ad essere tautologica: si è legittimati a governare per il fatto stesso di essere al governo. E i Partiti sono legittimati per il fatto stesso di essere all’interno del sistema dei Partiti, ovvero, secondo l’espressione di Canfora, all’interno del “Partito unico articolato“ e, dunque dei suoi obiettivi parametri e “valori”: la guerra, il liberismo, l’unitarismo statale, con “La repubblica una e indivisibile”, (addirittura fdi vagheggia il Presidenzialismo!), l’atlantismo, il filo americanismo, il produttivismo industrialista con le grandi e devastanti opere (TAV, Ponte di Messina), il nucleare.
E chi putacaso si ponesse fuori o contro tali “parametri”? E’ fuori, non esiste.
A fronte di tutto ciò, c’è da meravigliarsi che più del 60% dei cittadini non voti più?

ASTENSIONISMO DI MASSA E ABDICAZIONE DEI PARTITIultima modifica: 2023-02-17T08:29:36+01:00da zicu1
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