Sulla proposta di dimezzare gli stipendi dei consiglieri regionali

 I NUOVI MANDARINI

Tagli per tutti, salvo i politici

di Francesco Casula

In merito alla riduzione dei loro principeschi emolumenti (l’80% dello stipendio di un  Deputato) i Consiglieri regionali continuano a fare orecchie da mercante. Così Claudia Zuncheddu, consigliere regionale dei Rossomori il 26 Novembre scorso ha presentato una proposta di legge (la n.206) che non ha raccolto neppure le firme dei suoi colleghi di Gruppo: da sola! Nella identica solitudine si era trovato nella scorsa legislatura Paolo Pisu di Rifondazione Comunista quando durante la discussione sulla finanziaria, aveva posto la questione delle indennità da nababbi dei Consiglieri, proponendo –come ha fatto la stessa Zuncheddu- il dimezzamento delle stesse. E ancora la medesima sorte è toccata a Franco Masu, portavoce del Comitato Lu Puntulgiu, la cui  proposta di legge di iniziativa popolare, pur forte di ben  17 mila firme apposte dai Sardi, giace ancora, da anni oramai, nei cassetti polverosi della 1°commissione Autonomia e ai sardi altro non è dato sapere, nonostante ripetute richieste e petizioni.

Si dirà anche che la politica ha i suoi costi e non possiamo pensare di ritornare ai tempi andati quando solo nobili e ricchi borghesi potevano gestire il potere politico. Certo: ma davvero possiamo pensare che ridurre del 50% gli emolumenti dei Consiglieri regionali, significhi ridurli alla fame? O comunque impedire loro di esercitare, fruttuosamente, le loro funzioni ?

Si dirà ancora che l’iniziativa di “Lu Puntulgiu” come le proposte di Pisu e Zuncheddu devono essere gestite con cautela, perché potrebbero produrre demagogia e persino qualunquismo, con un attacco generico ai “politici”. Certo il rischio c’è, ma mi chiedo: non sono proprio i dorati compensi dei nuovi “mandarini” – per non parlare  dei loro  odiosissimi privilegi neofeudali, i cosiddetti benefit- a seminare qualunquismo e sfiducia nella politica, considerata tout court affare per mestieranti privilegiati? Privilegi che non hanno alcuna giustificazione e che sono offensivi per le fasce più deboli della società, specie in una situazione di crisi economica e occupazionale come quella attuale? In un’Isola vieppiù carica di povertà e drammi sociali e umani?

Con quale autorevolezza politica e morale, altrimenti, potrà il Consiglio regionale continuare a giustificare i tagli, che brutalmente sta purtroppo operando, segnatamente in settori come il lavoro, i servizi, l’istruzione, la cultura e la lingua sarda, che produrranno, questi sì, lacrime e sangue?

 

(Pubblicato sull’Unione sarda del 22-12-10)

 

 

 

 

Sulla proposta di dimezzare gli stipendi dei consiglieri regionaliultima modifica: 2010-12-22T11:43:27+01:00da zicu1
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