Acerbo

 

Lo spettro della nuova Acerbo .

 

di Francesco Casula

 

Ieri 16 gennaio la Corte Costituzionale ha deciso l’ammissibilità di tutti i quesiti referendari elettorali. Nonostante molti costituzionalisti ritenessero che quello riguardante il premio di maggioranza alla lista più votata, fosse assolutamente anticostituzionale perché lederebbe il principio di rappresentanza.

Ma a mio parere c’è di più: dopo il verdetto positivo della Corte, se si dovesse arrivare al referendum e prevalessero i sì ci troveremo di fronte a una legge elettorale che non avrebbe niente da invidiare alla legge fascista del 1923, soprannominata “legge Acerbo” dal nome del proponente. La legge fu studiata per consolidare definitivamente il fascismo decapitando le opposizioni parlamentari e accrescere il potere esecutivo. Essa infatti, con l’adozione del principio maggioritario assegnava due terzi dei seggi alla Camera (cioè 356) alla lista che avesse ottenuto il maggior numero dei voti e il restante terzo, da ripartire su base proporzionale, alle liste rimaste soccombenti.

Le elezioni si tennero il 6 Aprile 1924, dopo una campagna elettorale caratterizzata da intimidazioni e violenze. Le liste del Partito nazionale fascista ottennero il 65% dei voti e 374 deputati.

L’altra legge elettorale passata alla storia come “legge truffa” è quella del 1953. De Gasperi, per garantire alla DC e ai suoi alleati una maggioranza in grado di mantenere la stabilità governativa su una linea centrista, fece approvare in Parlamento –fra le aspre critiche della Sinistra che durante il dibattito fece ricorso anche all’ostruzionismo- una legge che assegnava il 65% dei seggi alla Camera, al partito o al gruppo di partiti apparentati che avessero raggiunto il 50% più uno dei voti.

I risultati elettorali impedirono però lo scatto di quella che le sinistre avevano battezzato “legge truffa”. I quattro partiti di centro apparentati ottennero solo il 49,85% dei voti.

Ebbene oggi, dopo questi precedenti, i partiti sostenitori del referendum –fra cui anche alcuni eredi di quella sinistra che allora si oppose con forza a quella legge truffa- vorrebbero che la lista che avrà il maggior numero dei voti, addirittura a prescindere da quanti, sia premiata con il 55% dei seggi parlamentari.

A questo punto, c’è solo da augurarsi che il Parlamento si affretti a varare una nuova legge elettorale. Se invece si arrivasse al Referendum occorrerà prepararsi a difendere lo storico e ancora valido principio democratico di “una testa, un voto”. Senza imbrogli o truffe di premi di maggioranza.

 

(pubblicato su Il Sardegna del 17 Gennaio 2008)

Acerboultima modifica: 2008-03-06T07:30:00+01:00da zicu1
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