Connoscher s’istoria sarda

 
Connoscher s’istoria sarda
Francesco Sanna Corda:
Un patriota sardo,un martire, un prete rivoluzionario sardo dimenticato e poco conosciuto.
Antonio Boi paragona l’insurrezione tentata da Francesco Sanna Corda a quelle di Carlo Pisacane e dei fratelli Bandiera, Attilio e Emilio, ma “mentre le figure dei patrioti italiani venivan immesse nel quadro storico del Risorgimento, quelle di Sanna Corda e de Cilocco invece rimasero ignorate1”.
Due pesi e due misure. Di più: Pisacane e i fratelli Bandiera saranno esaltati come martiri ed eroi “risorgimentali” cui saranno riservati onori e riconoscimenti e, per ricordarli per sempre saranno dedicate Vie e Piazze.
Francesco Sanna Corda – come Cilocco e altri patrioti e martiri sardi – sottoposto alla damnatio memoriae e bollato come “bandito” o, nel migliore dei casi “vittima di una folle suggestione2” (Damiano Filia).
Ma ecco la storia della figura e dell’opera di Francesco Sanna Corda la cui “suggestione” o meglio compito e missione della sua vita era stata la liberazione della Sardegna dal giogo feudale e dalla tirannia e dispotismo sabaudo. Per questo “costituisce esempio inequivocabile di altissimo amore per la libertà e di totale dedizione alla causa del riscatto della Sardegna3” (Luciano Carta).
Francesco Sanna Corda nasce a Terralba nel 1755. Si laurea in teologia nel 1778 e viene ordinato sacerdote. Nel 1795 è parroco di Terralba ma non gode di nessun “beneficio”: i proventi delle “decime” non vanno alla parrocchia. Per questo era poco ambita, tanto che da quattro anni era priva di un vicario. A questo occorre aggiungere la povertà della popolazione, vessata da feudatari famelici e ingordi.
In questo contesto matura la sua scelta politica: battersi per quelle masse diseredate per liberarle dal giogo e dall’oppressione feudale e dalla tirannia sabauda che quel sistema di oppressione difende e garantisce.
Così nel gennaio del 1796, come deputato delle Comunità di Torralba, Bonnnaro e Borutta si reca a Cagliari con altri deputati e negli Stamenti denuncerà gli abusi nell’esazione dei tributi feudali. Quindi, da entusiasta sostenitore e seguace di Giovanni Maria Angioy, accompagna l’Alternos che il 13 febbraio parte da Cagliari per Sassari, nel suo viaggio trionfale.
A Sassari è nominato cappellano generale delle milizie nazionali. In Giugno accompagna ugualmente l’Angioy, diretto a Cagliari, fino ad Oritano e firma la sua lettera rivolta al vicere.
Fallito il generoso ed eroico tentativo angioyano, anche lui qualche anno dopo, forse nel 1799, clandestinamente abbandona l’Isola e si reca in Corsica, dove cerca di organizzare i fuorusciti sardi antisabaudi, per poter rientrare in Sardegna.
Nell’Isola sbarcherà il 13 giugno deln1802, alla Cruzitta presso Aggius con Francesco Cilocco, Salvatore Loriga, Luigi Martinetti e Biagio Fouché (corso, suo segretario particolare), per dare inizio alla rivoluzione che dovrebbe porre fine e abbattere la monarchia sabauda che sostiene il feudalesimo e instaurare una Repubblica sarda.
Il 17 occupa le torri dell’Isola rossa, di Vignola e di Longosardo. Intanto la reazione sabauda non si fa aspettare: il 18 giugno – scrive Vittoria Del Piano – “un proclama del Conte di Moriana (fratello minore di Carlo Felice e Governatore di Sassari) dichiara il teologo Sanna Corda e Cilocco nemici della patria e stabilisce una taglia di 500 scudi per la loro consegna,vivi o morti, oltre l’impunità per chi li catturi,applicabile a qualunque altro bandito ad arbitrio di chi li avesse presentati” 4.
Il sogno rivoluzionario di Francesco Sanna Corda dura 6 giorni: il 19 giugno 1802 viene ucciso dagli scherani sabaudi: peraltro con l’inganno. Uscito infatti dalla Torre su suggerimento di Nicolò Guarneri (comandante sabaudo del Felucone San Carlo, che aveva arrestato il giorno prima) viene circondato da 75 uomini del luogotenente Ornano, ferito e ucciso.
L’11 agosto sarà condannato a morte e ucciso anche Francesco Cilocco: il suo amico e compagno di lotta, cui non è risparmiata neppure la tortura della corda e delle tenaglie infuocate.
Due martiri per l’Indipendenza della Sardegna, accomunati dalla stessa sorte. Colpevolmente dimenticati dagli stessi sardi.
Riferimenti bibliografici
1. Antonio Boi, Giommaria Angioy alla luce di nuovi documenti,Sassari, 1925.
2. Damiano Filia, La Sardegna cristiana, vol. III, Sassari, 1929.
3. Luciano Carta, La Rivoluzione sulle bocche – Francesco Cilocco e Francesco Sanna Corda, «giacobini» in Gallura”. (1802) (Edizioni Della Torre, 2003
4. Vittoria Del Piano, GIACOBINI MODERATI E REAZIONARI IN SARDEGNA – Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Ed. Castello, Cagliari 1996.
 
 
Connoscher s’istoria sardaultima modifica: 2021-01-07T13:40:29+01:00da zicu1
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