VELTRONI CONTRO L’INDIPENDENTISMO

Veltroni scrittore si legga i maestri della vera sinistra

di Francesco Casula

Walter Veltroni nei giorni scorsi è stato in Sardegna a presentare il suo ultimo libro. E ha ripetuto una serie di luoghi comuni. Ma soprattutto ha confermato la sua visione centralista dello Stato. Si attarda infatti – fuori tempo massimo  – sull’Autonomia (“le ragioni dell’autonomia vanno sostenute”) ; mentre ribadisce la sua ostilità all’Indipendenza (“Altra cosa sono le illusioni indipendentiste”). Eppure se dedicasse meno tempo a scrivere libri infarciti di banalità – sia pure “riformiste” –  e andasse a studiare la storia della “Sinistra” scoprirebbe che essa “non nasce statalista e burocratica ma sfortunatamente lo è diventata”. Ad affermarlo è stato Aldo Tortorella, una delle teste pensanti del vecchio PCI. Ma molto prima di lui lo stesso Marx, quello più autentico e rivoluzionario, secondo cui “Un popolo che opprime un altro popolo non può mai essere libero”. E che a proposito della Questione Irlandese scriveva: “La vittoria della classe operaia inglese non può risolvere la questione irlandese, sarà invece la soluzione della questione irlandese a favorire, o, meglio, rendere possibile la vittoria della classe operaia inglese”. A parte queste posizioni teoriche occorre però con altrettanta nettezza affermare che la Sinistra nella sua storia   segnatamente quella italiana abbandonerà del tutto il federalismo, anzi lo combatterà ferocemente. Ricordo che il leader maximus del PCI, Togliatti, condannò senza appello il federalismo: sulla scia di Engels, secondo cui  Il proletariato può utilizzare soltanto la forma della repubblica una e indivisibile…e non solo ha bisogno dell’accentramento com’è avviato dalla borghesia, ma dovrà addirittura portarlo più avanti”.

“Siamo contro il federalismo – scriverà Togliatti e riteniamo che l’Italia debba essere politicamente organizzata come stato unitario, con il necessario grado di centralizzazione…un’Italia federalistica sarebbe un paese nel quale risorgerebbero e finirebbero per trionfare tutti gli egoismi e i particolarismi locali e sarebbe ostacolata la soluzione dei problemi nazionali nell’interesse di tutta la collettività. Un’Italia federalistica sarebbe un’Italia nella quale in ogni regione finirebbero per trionfare forme di vita economica e politica arretrate, vecchi gruppi reazionari, vecchie cricche egoistiche, le stesse che hanno fatto sempre la rovina d’Italia”. Insomma tutto il vecchio ciarpame dei sostenitori della forma napoleonica dello stato unitario e centralista. Che oggi Veltroni ripropone. Eppure avrebbe buoni motivi per rivedere tale posizione. E maestri anche all’interno della sua area politica. Come Sabino Cassese,  già ministro della Funzione Pubblica, secondo cui “Sono le stesse condizioni della Pubblica amministrazione a imporre un radicale cambiamento. Al centro non deve restare quasi nulla, solo alcune funzioni importanti come l’ordine pubblico, la politica estera, la difesa. Al centro ci saranno funzioni di supporto, tutto il resto deve essere decentrato”. Non è un caso che 18 dei 37 stati nazionali europei abbiano una struttura federale e altri paesi unitari discutano se imboccare quella strada. C’è chi paventa che il federalismo potrebbe prosciugare i flussi finanziari verso il sud, dando vita a due Italie: una sviluppata, quella del Nord, con servizi efficienti e con opportunità di lavoro e di benessere e l’altra, quella del Sud, più povera e penalizzata. Ma di grazia,tale divisione non è in atto e non è frutto proprio dello Stato centralista?

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 10-7-2013

 

 

 

 

 

VELTRONI CONTRO L’INDIPENDENTISMOultima modifica: 2013-07-10T10:07:14+02:00da zicu1
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