Fratelli d’Italia? Che se lo cantino e se lo suonino!

A CHI SERVE

UNA GIORNATA

PER L’INNO.

di Francesco Casula

Mentre Bersani tenta di risolvere il rebus del Governo – peraltro cacciandosi in un vicolo strettissimo e, temo, cieco – una parlamentare del suo Partito, certa Roberta Pinotti, nota al pubblico televisivo perché adusa a partecipare a talkshow, starebbe lavorando per una proposta di legge per istituire “Una giornata nazionale dell’Inno d’Italia”. Dopo la boutade sull’obbligatorietà dell’insegnamento a scuola dello stesso inno – per la verità senza molto seguito – ora la democratica Pinotti vorrebbe addirittura dedicargli una “Giornata speciale”! Ma dove vive? Ma non ha altro cui pensare e dedicarsi? Anche perché, lo diciamo sommessamente, si tratta di un Inno brutto, bolso e retorico, guerresco e militaresco (alla faccia del pacifismo della Costituzione, art.11): nostalgico delle cosiddette “imprese” romane (leggi stragi, distruzioni, rovine) di Scipione e dei suoi compari nei confronti di popoli inermi o comunque non in grado di contrastare le armi degli eserciti romani, decisi a “debellare superbos”: ovvero a sterminare chi aveva l’ardire di opporvisi. Ma l’Inno è soprattutto insopportabilmente ideologico: di una ideologia unitarista e statalista, negatrice delle diversità e specificità presenti nello Stato italiano. Al fine di giustificare “l’Unità” si manomette la storia e la si falsifica. Che c’entra infatti la battaglia di Legnano – ovvero  la vittoria dei comuni lombardi  nei confronti dell’Imperatore Federico Barbarossa  – con l’Italia e la sua Unità? E ancora che c’azzzeccano i Vespri siciliani, Francesco Ferrucci, e Balilla? Assolutamente nulla. Si dirà: l’Autore, Goffredo Mameli era un giovanissimo patriota che nel confezionare l’Inno, si è rifatto al passato ritrovando idealmente in esso le radici e le giustificazioni delle lotte risorgimentali per l’Unità. Bene. Mameli è da assolvere. Non quelli che utilizzano, strumentalmente il suo (ingenuo) inno per giustificare e circuitare una visione dell’Unità dell’Italia da ricondurre alla storia del passato, come se fosse stata voluta dal destino. Fu voluta e realizzata invece dalla Casa savoia, dai suoi ministri – da Cavour in primis – e dal suo esercito in combutta con gli interessi degli industriali del Nord e degli agrari del Sud, il blocco storico gramsciano, contro gli interessi del Meridione e delle Isole e a favore del Nord, contro gli interessi del popolo, segnatamente di quello contadino e del Sud.

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 29-3-2013

 

Fratelli d’Italia? Che se lo cantino e se lo suonino!ultima modifica: 2013-03-29T08:47:24+01:00da zicu1
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