Gli studenti sardi, contro il Decreto Profumo, occupano il Palazzo delle Scienze a Cagliari.

 

Scordatevi la borsa, Universitari.*

 Francesco Casula

Alla scuola pubblica, regnante Gelmini sono stati sottratti 8 miliardi di euro. Nel corrente anno accademico ci sono state 58 mila immatricolazioni in meno rispetto agli scorsi anni. A causa anche del fatto che il 38% degli universitari aventi diritto alle borse di studio, in quanto “idonei”, quest’anno, ne sono stati deprivati. Ma i tagli continuano, Anzi: le rasoiate. Il Consiglio dei Ministri del Governo Monti, pur dimissionario, si accinge ad emanare un decreto attuativo della riforma Gelmini con il quale il ministro Profumo vuole rimodulare il meccanismo di accesso al diritto allo studio, escludendo arbitrariamente migliaia di studenti, discriminando pesantemente il Sud, imponendo tempi ancora più forsennati a chi studia per essere in regola per il mantenimento della borsa di studio.

Nel decreto, infatti, è previsto l’aumento del 40% dei requisiti di merito e la borsa di studio viene negata a tutti gli studenti e le studentesse con il seguente reddito ISEE: al Nord oltre 20 mila euro, al Sud oltre 17.150 e nelle Isole oltre 14.300.

La detrazione sull’alloggio passa dalle attuali 1.500 euro alle 2.640 e la detrazione sul costo della mensa sale dalle 600 alle 700 euro. Per cui, ironizzano su fb gli universitari, “la borsa di studio sarà di fatto garantita d’ora in poi solo ai nullatenenti e agli evasori”

La conseguenze di tale perverso decreto sono facilmente immaginabili: ulteriore espulsione dal sistema di diritto allo studio di migliaia di studenti con il restringimento dei criteri di accesso; l’abbandono dell’università da parte di quegli studenti (specialmente nel Sud) che in assenza dei sussidi, non potranno più proseguire gli studi; l’esodo forzato dal Sud al Nord e dunque l’ulteriore svuotamento delle Università meridionali; altre migliaia di studenti che all’Università non si iscriveranno mai.

La Sardegna sarebbe tra le più penalizzate, sottolinea Marco Meloni, combattivo coordinatore dell’Associazione universitaria Unica 2.0 e si creerebbero tre “gabbie geografiche” Nord, Centro e Sud. A fronte invece della omogeneizzazione della contribuzione studentesca su tutto il territorio dello stato sul piano della tassazione studentesca con corposi aumenti stabiliti dal decreto legislativo del 68/2012.

Di qui la protesta degli studenti sardi con l’occupazione del Palazzo della scienze. Che continuerà, a Cagliari come in tutta Italia, sino al ritiro del decreto.

*Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 9-2-2013

 

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