Il caso dei tre barbaricini indiziati di reato e arrestati perchè “SARDI”

 

 

MA SCHENGEN

E’ VALIDO ANCHE

PER I SARDI

di Francesco Casula

Augusto Guerriero, giornalista del settimanale “Epoca”, negli anni ’60 molto diffuso, era solito firmare i suoi “Corsivi” con lo pseudonimo di “Ricciardetto”. Guerriero, contro i banditi – ma anche contro i Sardi –  scatenò sul settimanale un attacco durissimo invocando  persino l’utilizzo dei “gas asfissianti o per lo meno paralizzanti”. Circa 60 anni prima, nel 1899, Giulio Bechi, da giovane ufficiale, partecipa alla spedizione militare inviata dal governo per reprimere il banditismo sardo. E fu “Caccia grossa”: così il titolo del suo libro in cui descriverà la caccia all’uomo delle selve, al bandito-cinghiale. Lo Stato rispondeva infatti al banditismo cingendo il Nuorese di un vero e proprio stato d’assedio con arresti, a migliaia, di donne, vecchi, ragazzi. E con sequestro di tutte le mandrie. Il tenentino Bechi, di quella “Caccia” se ne fa il “cantore”, condividendo nel profondo la strategia del terrore messa in atto dallo Stato. Con la tipica mentalità dell’uomo “bianco” e  “civilizzato” venuto nella colonia d’oltremare, in cui per stanare “le fiere ci vorrebbero le zanne di quei famosi molossi che Pompeo Menio lanciò in quelle stesse grotte alle gole dei Barbaricini”. Venuto per dare la caccia agli “orsi lanuti” e  alle “belve umane”: tutte sue espressioni testuali. E oggi? Oggi capita che tre barbaricini vengano arrestati il 30 novembre scorso, per detenzione di armi clandestine. Un gip, certa Stefania Pepe, convalida il provvedimento di custodia cautelare nel carcere di Varese. Bene. Ora, a parte la prassi liberticida di tenere in galera per mesi e mesi le persone in attesa di giudizio (solo il prossimo 26 luglio ci sarà l’udienza preliminare) quello che stupisce è che fra gli indizi di colpevolezza, “gravi” scrive il Gip, c’è “la comune origine degli indagati” e “l’assenza di legami degli stessi con il territorio della provincia di Varese che ne giustifichino la permanenza in loco”. Il Tribunale della libertà conferma. Commenta nel suo blog lo scrittore Gianfranco Pintore :”il rinvio a giudizio di tre sardi a Varese innova la Costituzione italiana e la convenzione europea di Shengen. L’una assicura che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. La seconda salvaguarda la libertà di circolazione dei cittadini europei, compresi i sardi”. O no?

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 7-7-2012

 

 

 

 

Il caso dei tre barbaricini indiziati di reato e arrestati perchè “SARDI”ultima modifica: 2012-07-07T17:27:44+02:00da zicu1
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