La Fondazione Sardinia festeggia i suoi 20 anni

UNA FONDAZIONE

PER CONOSCERE

LA CULTURA SARDA

di Francesco Casula

La Fondazione Sardinia ha compiuto 20 anni: li ha festeggiati con un Convegno-studi tenuto al Palazzo Viceregio a Cagliari il 16 e 17 dicembre scorsi, in cui ha discusso su “Intellettuali nella Sardegna contemporanea – la responsabilità degli intellettuali nella Sardegna di oggi”, con personaggi del calibro della psichiatra Nereide Rudas, dei filosofi Remo Bodei e Placido Cherchi, dello storico Federico Francioni, del cantautore Piero Marras, del regista teatrale Piero Marcialis, di Don Mario Cugusi e di tanti altri..

Fondata il 16 gennaio 1991, con il compito precipuo di “attuare tutte le iniziative tendenti a incrementare la presa di coscienza e il diretto protagonismo dei Sardi verso obiettivi di autoconsapevolezza e protagonismo economico, sociale, politico e culturale”, è oggi presieduta da quel raffinato intellettuale che è Bachisio Bandinu. In questi 20 anni ha tenuto una serie sterminata di seminari di studio per giovani e non giovani, ha condotto ricerche mirate su alcuni settori della vita economi­ca, sociale e culturale della Sardegna, ha provveduto a diffondere i risultati della sue ricerche con manifestazioni pubbliche, pubblicazioni e presentazioni di libri.

Nata sull’onda dell’anniversario del Psd’az, e quindi fedele dall’inizio ai temi dell’identità e dell’indipendentismo sardo, ben presto si è aperta ai più diversi approcci: cattolici, non cattolici, liberali sino ai marxisti. Il tutto sempre seguendo un filo comune: “Dare un contributo alla conoscenza della Sardegna”, ha affermato Salvatore Cubeddu, direttore della Fondazione,  perché, precisa, “studiare la nostra Isola è studiare il mondo, e se non siamo noi a studiare la Sardegna non lo fa nessuno”.

Ma la Fondazione non si è limitata allo studio, a “interpretare il mondo” –direbbe Marx – ma ha operato per cercare di cambiarlo. Di qui la sua azione per la promozione e valorizzazione della Lingua e della cultura sarda, fra l’altro curando il monitoraggio fra  il ’96 ed il 2000 dell’attuazione dei progetti ex-legge 26 presso le scuole e nei mass-media oorganizzando le celebrazioni per Sa die de sa Sardigna nel 2008. O ancora il suo impegno per l’Assemblea Costituente, attraverso il Comitato nato qualche mese fa: molti fra gli 11 componenti sono soci della Fondazione Sardinia: dai già nominati Bandinu e Cubeddu a Giacomo Meloni segretario della Css.

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 19-12-2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costituente:

Mirade chi

no est giogu!

di Francesco Casula

“Mirade chi est azzendende/Contra de ‘ois su fogu,/Mirade chi no est giogu/Chi sa cosa andat de veras/Mirade chi sas aeras/Minettana temporale/Zente consizzada male/Iscultade sa ‘oghe mia”: sono echeggiati questi versi (della seconda ottava del “Procurade ‘e moderare”  di Francesco Ignazio Mannu) nella Manifestazione popolare tenuta nei giorni scorsi a Cagliari e indetta dal Comitato per la Costituente. A significare che questa volta si fa sul serio: o il Consiglio regionale, entro la primavera del 2012 varerà l’Assemblea Costituente oppure il Comitato organizzerà l’elezione autogestita di 70 cittadini che studieranno ed elaboreranno proposte di riforma dello Statuto speciale della Sardegna. Tertium non datur. I tempi di attesa sono finiti e la pazienza anche. Sono durati fin troppo: decenni e decenni. Fin dagli ’70, quando all’interno della classe politica regionale ci si rende consapevoli della necessità di riscrivere lo Statuto considerato non solo debole e inadeguato, ma sostanzialmente fallimentare. E si dà il via alla politica contestativa e rivendicazionista nei confronti dello Stato, guidata da Paolo Dettori. Da allora qualsiasi tentativo di rifacimento dello Statuto è regolarmente e miseramente fallito. Ogni legislatura nasceva “costituente” ma moriva senza riformare alcunché. In una legislatura – l’XI° – il Consiglio regionale nominò addirittura una Commissione ad hoc – ovvero per riscrivere lo Statuto – chiamata pomposamente “Commissione speciale per l’Autonomia” che partorì un documento mostriciattolo, tale da non meritare neppure la discussione in Aula da parte del Consiglio. Fino ad arrivare,alla Legge statutaria approvata dal Consiglio regionale, a maggioranza, il 7 Marzo 2007, ma ugualmente fallita miseramente in seguito al mancato quorum di riconferma, nel referendum regionale. Oggi è in campo la proposta del Comitato sostenuto da un vastissimo arco rappresentativo di forze sociali e sindacali (con CISL-CSS-CGIL-UIL in prima fila), dalla Coldiretti, da associazioni ecclesiali, da sindaci e intellettuali. Il Consiglio regionale ha in mano l’ultima carta: se ne è capace e ne ha la volontà, la giochi: uscendo però dalle porte blindate del Palazzo Via Roma e aprendosi al contributo e alla partecipazione dei Sardi. Altrimenti si dia la parola al popolo sardo e alla elezione diretta dei “Costituenti”.

Pubblicato su Sardegna quotidiano l’8-12-2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NUOVO STATUTO

UNA COSTITUENTE

PER LA CARTA

DELLA SARDEGNA

di Francesco Casula

Se non si muove la politica scende in campo la società. Per riscrivere il Nuovo Statuto attraverso un’Assemblea costituente. E’ questa la proposta presentata nei giorni scorsi a Cagliari da un “Comitato per la Costituente” formato da 11 personalità (ci sono fra gli altri i segretari di Cgil-Cisl-Uil-Css) oltre a intellettuali ed esponenti della Chiesa).

Il Comitato, se il Consiglio regionale non si assumerà il compito di dare il via alla Costituente,  organizzerà i seggi in tutti i Comuni della Sardegna, con il sostegno dell’ANCI, per arrivare entro la prossima primavera, alla elezione di una Assemblea Costituente aperta a tutti i cittadini e composta di 70 rappresentanti. Per riscrivere lo Statuto che, nato già depotenziato, debole e limitato – più simile a un gatto che a un leone, secondo la colorita espressione di Lussu –  nell’ormai lontano 1948, in questi sessant’anni e più ha subito un processo di progressivo svuotamento sia da parte dello Stato centrale che da parte delle forze politiche dirigenti sarde. Tanto che oggi di fatto rappresenta un ostacolo alla realizzazione di una vera Autonomia, o peggio: serve solo come copertura alla gestione centralistica della Regione da parte dello Stato, di cui non ha scalfito per niente il centralismo. Paradossalmente lo ha perfino favorito, consentendo ai Sardi solo il succursalismo e l’amministrazione della propria dipendenza.

 L’Assemblea Costituente per il Comitato –ed è difficile non convenire- non è solo il modo più democratico per riscrivere la Nuova Carta Costituzionale della Sardegna, per regolare con un nuovo patto fra i Sardi, i rapporti fra la Sardegna, l’Italia e l’Europa e insieme per definire e sancire  le prerogative e i poteri di una Comunità moderna, orgogliosa e sovrana; essa può anche rappresentare un’occasione formidabile per mettere in campo il protagonismo e la partecipazione diretta dei Sardi, per realizzare un grande e profondo movimento di popolo, finalmente coeso, che creda in se stesso e che prenda coscienza della sua Identità, dispiegando tutta intera la propria energia per potersi così aprire, senza subalternità e complessi di inferiorità, alle culture d’Europa e del mondo, pronta a competere con le sue produzioni materiali e immateriali, finalmente decisa a costruire un futuro di prosperità, lasciandosi alle spalle lamentazioni e piagnistei.

Pubblicato su SARDEGNA QUOTIDIANO DEL 22-10-2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Fondazione Sardinia festeggia i suoi 20 anniultima modifica: 2011-12-19T11:29:40+01:00da zicu1
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