GIULIANO AMATO E LA SARDEGNA

 

POLEMICHE ESTIVE

 

AMATO, I SARDI

 

E QUEL TITANIC

 

DEL VELINISMO

 

 

 

di FRANCESCO CASULA

 

Il Dottor Sottile –più noto come Dracula o Topolino-  s’impanca spesso maître à penser su tutto e su tutti: Sardi e Sardegna compresa. Ma non gliene va bene una.

 

Così  l’anno scorso, al Convegno tenutosi a Cagliari per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, affermò: “Qui nella vostra Isola si discute di sovranità da affermare. Per me che sono un giurista costituzionalista fa rabbrividire che la sovranità venga attribuita a una parte del popolo e non all’intera nazione”. I “brividi” amatiani potrebbero essere liquidati semplicemente ricordandogli che la sovranità che i Sardi rivendicano attiene alla Nazione sarda e dunque all’intero popolo sardo. Ma lui, evidentemente, confondendo Stato con Nazione, con una visione tipicamente e biecamente ottocentesca e ormai superata, pensa ai sardi non come popolo specifico e come Nazione autonoma ma come parte indistinta del popolo italiano e della stessa nazione italiota. Ma sarebbe arretrato anche all’interno di queste coordinate culturali e politiche. Amato avrebbe dovuto infatti sapere, che nell’ottica e nella sagomatura dello Stato federalista verso cui si marcia –con la sostanziale condivisione di tutte le parti politiche- la sovranità non è unica né è posta solo negli organi centrali dello Stato ma è divisa fra Stato federale e Stati particolari –o regioni che dir si voglia- e ognuno la esercita di pieno diritto.

 

Mentre al recente Meeting di Rimini Amato ha affermato: “C’è troppa Sardegna nella vita politica italiana”. Poiché anche i gatti sanno che la Sardegna e la Questione sarda, da anni e anni ormai è stata derubricata e cancellata dall’Agenda politica dei Governi e dello Stato italiano, ci hanno spiegato che occorreva interpretare quella frase in senso metaforico: con essa intendeva puntare il dito contro il cosiddetto “velinismo”, gli yacht, Porto Rotondo. Il che aggrava non assolve la sua affermazione. C’è infatti da chiedersi: che c’entra la Sardegna con le veline sculettanti e il turismo di lusso? Con la satrapica opulenza degli esseri che formano la clientela delle tanche edeniche della Costa Smeralda? Che è semplicemente –ha scritto Eliseo Spiga- “un paravento di lusso ripugnante, un salone scintillante del Titanic in affondamento”? Anzi più di un paravento, un monumento rovesciato alle ingiustizie e alle sofferenze di tanti, in Sardegna e non solo?

 

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 26-8-2011

 

GIULIANO AMATO E LA SARDEGNAultima modifica: 2011-08-26T09:21:08+02:00da zicu1
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