Anniversari

 

29 Novembre 1847:data infausta per i sardi

 

LA GRAVISSIMA FUSIONE PERFETTA

 

di Francesco Casula*

Il 29 Novembre scorso ricorreva il 162° anniversario della “Fusione perfetta” della Sardegna con il Piemonte, avvenuta nel 1847.  Una data cruciale -e infausta- nella storia della Sardegna, quando senza alcuna investitura parlamentare e tanto meno popolare una delegazione di notabili sardi chiese al re  Carlo Alberto la “fusione” con

con gli Stati sabaudi di Terraferma e dunquela fine del Regnum Sardiniae e del suo Parlamento. Il pretesto fu dato dalle manifestazio­ni pubbliche di Cagliari e Sassari per invocare che venissero estese alla Sardegna riforme liberali quali l’attenuazione della censura sulla stampa, la limitazione degli abusi polizieschi e qualche libertà commerciale. “Dentro la cortina fumogena del riformismo liberale europeo, -scrive in “La sardità come utopia” il compianto Eliseo Spiga, recentemente scomparso- avanzavano, in posizione premi­nente, i nobili ex-feudali che, illecitamente arricchitisi con la ces­sione dei feudi in cambio d’esorbitanti compensi, ritenevano più garantite le loro rendite dalle finanze piemontesi piuttosto che da quelle sarde. In prima fila c’erano anche vescovi, impiegati statali desiderosi di carriera e di migliori stipendi, un po’ d’avvocati e altri professionisti in cerca di lustrini, commer­cianti e affaristi, specialmente continentali, razzolanti sempre più numerosi nelle aie sarde”. Gli ex feudatari dunque ritenevano che le loro cartelle di credito, con la fusione, avrebbero acquistato maggiore valore mentre i commercianti pensavano che un mercato più ampio avrebbe favorito i propri affari. La realtà fu ben diversa: tanto che gli stessi fautori, si pentirono amaramente di quella fusione: “errammo tutti” con quella “pazzia collettiva”, scriverà poi Giovanni Siotto-Pintor, uno dei maggiori sostenitori di quella scelta scellerata. Che segnò la fine dell’indipendenza nazionale –commenta lo storico Girolamo Sotgiu- che aragonesi e spagnoli avevano rispettato e che persino il regno sabaudo non aveva osato mettere in discussione, anche se l’aveva svuotata di contenuto. E le riforme liberali auspicate e promesse? Ecco un assaggio: ai primi del 1849, all’Isola scossa da continui tumulti, esplosi per le gravissime condizioni economiche, i Savoia risposero inviando Alberto La Marmora, per “pacificare” l’Isola. Il generale affrontò la protesta con la repressione più brutale e lo stato d’assedio.

 

*STORICO

(Pubblicato su Il Sardegna dell’1-12-09)

 

 

Anniversariultima modifica: 2009-12-01T07:28:10+01:00da zicu1
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