Centrali

Le centrali nucleari? No, grazie!

 

 

d

i Francesco Casula

 

 

 

 

L’8 Novembre 1987 l’Italia decise di uscire dal nucleare con un Referendum  in cui circa l’80% degli elettori votando Sì a tre quesiti affossarono quell’opzione. Furono smantellate le 4 centrali allora attive e si interruppero i lavori per la costruzione di quella di Montaldo di Castro. Oggi il Governo ripropone l’utilizzo del nucleare per scopi civili e annuncia che entro il 2013 si apriranno i primi cantieri. Bene. Ma a parte che si tratta di una promessa assai difficile da mantenere, perchè per realizzare una centrale operativa, sempre che si abbia un sito dove collocarla in sicurezza, occorrono minimo 8-10 anni, non sarebbe il caso, prima di imbarcarsi in quest’avventura, di riflettere su alcuni dati, ad iniziare dai costi? Eccoli: negli Usa hanno calcolato che una nuova centrale, operante nel 2010, produrrebbe elettricità al costo di oltre 6 cents di dollaro per kilowattora contro i 5 cents del gas, i 5,34 del carbone, i 5,05 dell’eolico, ritenuto da molti costoso e che però come il solare è rinnovabile all’infinito.

 

Vi sono poi i problemi legati alle scorie e ai pericoli: “non sono contrario al nucleare che deve però risolvere i problemi delle scorie, degli incidenti e della sua vulnerabilità agli atti di terrorismo: comunque preferisco utilizzare il solare”, ha affermato  il premio Nobel 1988 per la fisica Jack Steinberger.

 

Rispetto alle scorie, soluzioni concrete, ancora oggi non ne esistono. Ed è un’eredità con un potere radioattivo che non si estinguerà prima di 50 mila anni, nella migliore delle ipotesi. E mentre oggi nel mondo abbiamo 250 mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi, nel 2050 ne avremo un milione. Forse non è un caso che molti paesi produttori hanno già deciso di uscire dalla fissione nucleare (Germania nel 2020 e Svezia); che l’unico paese in Europa occidentale che ha in programma il lancio di un impianto nucleare è la Finlandia; che negli Usa non si realizza più un reattore dal 1979.

 

Certo, il petrolio è sempre più costoso e il protocollo di Kyoto impone di tagliare le emissioni di Co2 e noi paghiamo il 45% in più di bolletta rispetto alla media UE. Ma la soluzione non sta nel nucleare: che oltretutto produce nel pianeta un misero 7% del totale dell’energia, bensì nel risparmio energetico e nelle energie rinnovabili (eolica e solare in primis). Sole e vento di cui, soprattutto la Sardegna, è ricchissima.

 

 

(Pubblicato su Il Sardegna del 7-6-08)

 

Centraliultima modifica: 2008-07-09T14:28:09+02:00da zicu1
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