Latte

Latte, pastoralismo e intellettuali.

di Francesco Casula

Il conflitto fra pastori sardi e proprietari dei caseifici è una costante nella nostra storia: fin dalla fine ‘800 e inizio ‘900 quando calano nell’Isola commercianti continentali –soprattutto romani- che organizzano le prime lavorazioni in loco di formaggi pecorini, specie di “tipo romano”. Molti di loro si affermano come “feudatari del latte”: il severo giudizio è dell’architetto algherese, Antonio Simon Mossa, teorico del moderno indipendentismo sardo. Spesso essi infatti si comportano da veri e propri strozzini, imponendo solo loro e al ribasso il prezzo del latte, tanto che uno degli obiettivi, del neonato Partito sardo d’azione sarà proprio la battaglia contro sos meres continentales de su latte e la creazione di cooperative di pastori per gestire loro, in prima persona, il prodotto del proprio lavoro. Questo cento anni fa. Ma oggi la situazione non è cambiata molto: i pastori attraverso il COPAS (Coordinamento pastori sardi) hanno denunciato all’antitrust gli industriali di fare cartello per tenere basso il prezzo del latte. La risposta di questo è stata ambigua: da una parte ha censurato gli industriali caseari, di fatto rimproverando loro di aver violato le norme che disciplinano il libero mercato; dall’altra non ha preso alcun provvedimento. Di qui la ripresa della mobilitazione degli allevatori: al centro vi è come negli anni passati il prezzo del latte che, se pure spuntasse nel prossimo anno 80 centesimi di euro, non riuscirebbe ormai a coprire neppure i costi di produzione, tali e tanti sono stati negli ultimi anni e nel 2008 in particolare, gli aumenti dei mangimi, dei concimi, del carburante etc. Le produzioni pastorali costituiscono ancora oggi il nucleo fondamentale del nostro prodotto interno lordo: di qui la necessità della difesa intransigente di questo comparto. Ma il discorso non può essere solo economico. Troppi intellettuali sardi –ricorda Bachisio Bandinu- si sono scagliati contro questo mondo, considerato un relitto del passato, da eliminare in nome del progresso. Dimenticando che esso ha dato vita all’intellettualità sarda: a Lussu, Mereu, Montanaru, alla poesia orale degli improvvisatori, a Deledda, Cambosu, Sebastiano, Salvatore e Antonello Satta, a Pira e Pigliaru, a Nivola, Ballero e Ciusa. In senso antropologico –sostiene Bandinu-vengono tutti dal mondo pastorale: se escludiamo questa gente, vediamo cosa resta. (Pubblicato su Il Sardegna del 14-6-08)

Latteultima modifica: 2008-07-09T14:15:00+02:00da zicu1
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