L’OLOCAUSTO SARDO

L’OLOCAUSTO SARDO
di Francesco Casula
Il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Per ricordare tale evento e per commemorare le vittime dell’Olocausto, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1º novembre 2005, ha istituito, il Giorno della Memoria, da celebrarsi, a livello internazionale ogni anno, proprio il 27 gennaio. Per la verità, il Parlamento italiano, dopo ben quattro anni di discussioni, aveva già istituito nel 2000 e per la stessa data, il Giorno della memoria. E’ stata una decisione quanto mai opportuna: quel genocidio di milioni di esseri umani non può infatti finire nel dimenticatoio. Come fosse roba vecchia, da consegnare, sic et simpliciter, al passato. Occorre infatti sorvegliare attentamente la nostra memoria e non dimenticare. Anche perché quel passato orribile, non è del tutto passato. Proprio in questi ultimi anni infatti inquietanti e cupe nubi si addensano nei cieli europei con l’affermarsi di movimenti e Partiti intolleranti e xenofobi, che si sipirano proprio al fascismo e al nazismo. Perché questi vengano sconfitti e liquidati, soprattutto i giovani devono studiare e conoscere la tragedia immane dell’Olocausto. Ad essere internati nei lager e poi sterminati furono in particolare gli Ebrei: 6 milioni, dicono le cifre ufficiali. A questi occorre aggiungere almeno altri 6 milioni costituiti da oppositori e dissidenti politici, omosessuali, disabili, Rom, Slavi. E persino da minoranze religiose come i testimoni di Geova, Pentecostali ecc. Di mezza Europa. Bene: ma in questa sede voglio parlare dell’olocausto sardo: di cui non si parla mai. La Sardegna è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, soprattutto militari:furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager, fra i 750-800 mila militari e civili fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Per spiegare un numero così alto di militari sardi deportati occorre capire la situazione in cui si trovarono nei fronti di guerra (Grecia, Albania, Slovenia, Dalmazia) dopo l’armistizio dell’8 settembre. Quando il 9 settembre, vigliaccamente sia il re Vittorio Enmanuele III (più noto come Sciaboletta) che Badoglio, abbandonano Roma e fuggono a Brindisi. I soldati sardi nei fronti di guerra, in genere giovani e giovanissimi,con la difficoltà di tornare in Sardegna e sbandati, furono posti di fronte all’alternativa di aderire alla RSI (Repubblica sociale di Salò) o di diventare prigionieri dei tedeschi e dunque di essere imprigionati nei lager. Quasi nessuno aderì alla RSI e dunque il loro destino fu segnato. Finirono quasi tutti nei campi di concentramento: solo pochi, dopo la liberazione, tornarono in Sardegna. E gli altri? Della maggior parte ancora oggi non sappiamo niente o quasi. Iniziamo a ricordare questi giovani, il nostro Olocausto: dimenticato dalla scuola, dai Media e dalla politica. Colpevolmente.
 
 
 
 
 
 
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L’OLOCAUSTO SARDOultima modifica: 2024-01-26T10:17:19+01:00da zicu1
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