La lingua biforcuta dei Partiti italici, le elezioni regionali e l’investitura neofeudale dei cacicchi localii

La lingua biforcuta dei Partiti italici, le elezioni regionali e l’investitura neofeudale dei cacicchi locali.

di Francesco Casula

I Partiti italici hanno la lingua biforcuta, segnatamente in occasione delle elezioni: in Sardegna, per ottenere il consenso, parlano demagogicamente un lessico filo sardo; a Roma ne parlano uno contrapposto: filo italiota e filo romano. Ma non si tratta di un semplice malvezzo.Bensì di una precisa scelta e strategia elettorale, segnatamente in occasione delle elezioni regionali.
Il linguaggio filo sardo, parlato nell’Isola serve loro per accalappiare i voti dei sardi; il linguaggio filo italiota per ottenere l’investitura neofeudale da parte degli imperatori di turno, dei pretoriani e dei vari capobastone: romani o milanesi poco importa.
La condizione per avere l’investitura a cacicchi, la nomina a parlamentari (nel caso di elezioni politiche) e la candidatura per le elezioni regionali (e persino a sindaco, per le grandi città) è una fedeltà canina. Una obbedienza ac cadaver. Senza neppure batter ciglio.
Sanno infatti che, poiché non contano niente, il loro potere, i loro privilegi, le loro prebende, i loro benefici derivano esclusivamente dalla loro “investitura” dal centro. Non contano niente a tal punto che i Partiti, con i loro gerarchi, a Roma decidono persino chi deve essere il Candidato a Presidente della Regione (nel cosiddetto centro-sinistra come centrodestra) in base alle “spartizioni” dei singoli Partiti.
Ripeto: il meccanismo è quello della fedeltà canina, in una sorta di condiviso criterio medievale: a chi procura truppe da combattimento sul territorio delle periferie dell’impero, vanno le candidature per le elezioni oltre i benefici e le prebende.
Già letto sui libri di storia: per chi ha studiato. Naturalmente.

E i bisogni dei Sardi? E gli interessi della Sardegna? Cestinati. Interrati. Dimenticati. E la Sardegna con i suoi immani problemi? Cancellata, derubricata dalle Agende dei Governi italiani: da sempre. Ma soprattutto negli ultimi 30 anni. Macellata economicamente, socialmente, culturalmente e linguisticamente.
Ma usque tandem? Fino a quando potranno abusare della nostra pazienza, che viepiù sta diventando stupidità e autolesionismo?

Quanto contino poco, i politici sardi, subalterni alle centrali romane e ascari, in modo più incisivo di me lo scrive Benvenuto Lobina, uno dei più grandi romanzieri in lingua sarda:
(Ecco un passo della poesia satirica CUADDEDDU CUADDEDDU)
Cussa genti
pinnigada in su corrazzu
non cumandat unu cazzu
funti conca’ de mollenti….
Chi cumandada est’attesu
custus funti srebidoris
mancai sianta dottoris
funti genti senz’ ’e pesu.
Fueddendu in cudda cosa
no adi intendiu fustei
nendu “yes” e nendu “okei”
cun sa oxi pibiosa?

La lingua biforcuta dei Partiti italici, le elezioni regionali e l’investitura neofeudale dei cacicchi localiiultima modifica: 2023-11-09T07:11:01+01:00da zicu1
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