Casa Savoia e l’ecologia della memoria

Casa Savoia
e l’ecologia
della memoria

di Francesco Casula

E’ il titolo di un corsivo scritto nella Rubrica “La città in pillole” de l’Unione Sarda di giovedì scorso 10 agosto, da Maria Antonietta Mongiu, valente intellettuale, archeologa e già assessora regionale alla cultura.
Mongiu ricorda al rampollo savoiardo in visita a Cagliari nelle settimane scorse e ricevuto in pompa magna dal sindaco Truzzu, alcune mirabolanti imprese compiute dal progenitore Vittorio Emanuele III, più conosciuto come Sciaboletta. Fra queste la consegna dell’Italia al fascismo e le infami leggi razziali.
“Quando tornerà per Sant’Efisio” scrive la Mongiu “bisognerà raccontare al giovane savoia di Antonio Gramsci, che morì per le sofferenze patite in carcere; di Emilio Lussu che scampò in Piazza Martiri, a un manipolo” di fascisti che, come altrove, erano violenti”.
Si dirà: cose risapute. Vero: ma è importante ripeterle. Perché non si dimentichino.
Meno risaputo e, forse, ancor meno condiviso non solo da Truzzu ma anche da molti cagliaritani (e sardi) è il messaggio che Antonietta Mongiu alla fine del suo corsivo rivolge a proposito della toponomastica cittadina:”Una sorta di bignami genealogica della sua famiglia”.
Si chiede la Mongiu:”A quando, sostanziali cambiamenti? La cancel culture, non c’entra. E’ questione di ecologia della memoria”.
Certo il suo colto lessico è cauto e prudente, quasi subliminale. Ma univoco e chiaro. Almeno così pare a me: bisogna bonificare, “ripulire” Vie e Piazze dae s’aliga sabauda. Emana una puzza insopportabile.

Casa Savoia e l’ecologia della memoriaultima modifica: 2023-08-13T08:17:35+02:00da zicu1
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