L’IMPERATORE SPAGNOLO CARLO V E LA SARDEGNA

L’IMPERATORE SPAGNOLO CARLO V E LA SARDEGNA
di Francesco Casula
Il famoso imperatore spagnolo Carlo V “sul cui impero non tramontava mai il sole” venne in Sardegna due volte, in occasione di due grandiose spedizioni militar-navali dirette a combattere il pericolo “barbaresco”. La prima nel 1535 ebbe come ultima base di partenza Cagliari, in cui Carlo V sbarcò trattenendosi alcune ore. Si radunarono due flotte, una proveniente da Barcellona e una dall’Italia: oltre alla flotta spagnola e portoghese infatti era presente la genovese di Andrea Doria cui si aggiunsero rinforzi inviati dal Papa. In tutto – ricorda Carta Raspi – “Quattrocento navi fra grandi e piccole, di cui novanta galere reali, con all’incirca trentamila uomini, per buona parte spagnoli, tedeschi e italiani”. Ed anche un contingente di sardi, guidati da alcuni grossi esponenti della nobiltà locale (fra cui Salvatore Aimerich). Il principale movente doveva essere la distruzione della flotta del famoso corsaro Khair, detto Barbarossa, il flagello delle popolazioni costiere. Con lui c’era Hazan-Haga, (o Assan Agà) che per la carica che rivestiva veniva chiamato Hazan-bey. Allevato dal Barbarossa e nominato suo luogotenente e più tardi comandante in capo e infine rappresentante del sultano, era nato in Sardegna, pastorello della Nurra, catturato con altri in una delle tante incursioni barbaresche. Verrà etichettato come Sardo renegado, diventerà terzo re di Algeri e sconfiggerà Carlo V nel 1541, in seguito alla seconda spedizione. Ma torniamo alla prima spedizione: dopo circa un mese di assedio, la flotta del Barbarossa, cadde quasi al completo nelle mani degli imperiali che poterono occupare Tunisi e liberare ben 20.000 schiavi cristiani, fra cui 1.119 schiavi sardi. Probabilmente in quel periodo la presenza dei Sardi schiavi si aggirava intorno alla 2.000-2.500 persone, circa l’1-1,5% dell’intera popolazione isolana! “Due iscrizioni cagliaritane – annota ancora Carta-Raspi – ricordano l’impresa e celebrano la vittoria dell’imperatore, quasi come propria, poiché la maggior parte degli abitanti di Cagliari e soprattutto i Consiglieri erano spagnoli; ma la Sardegna era stata allora, come lo fu durante tutto il dominio spagnolo, semplice spettatrice e non partecipe degli avvenimenti militari, anche perché si svolgevano in territori lontani, per interessi che non erano i suoi, che comunque non avrebbero mutato il suo stato di soggezione”. Sia come sia la sconfitta di Tunisi non fu totale né definitiva: la flotta imperiale, stremata, non era stata in grado di proseguire l’offensiva contro Algeri, dove il Barbarossa era riuscito a rifugiarsi e da dove lo stesso anno ripresero le incursioni piratesche in tutto il Mediterraneo occidentale con a capo i vari Khair en-Din (Barbarossa), il sardo Hazan-Haga, Occhialì. Assan Corso e altri. Ripresero anche contro la Sardegna: nel 1538 fu saccheggiata la Basilica di San Gavino in Torres (Porto Torres), nel 1540 fu distrutta Olmedo. Dopo sei anni, la seconda spedizione, questa volta contro Algeri, il più attivo nido dei Barbareschi. Giovedì 6 ottobre 1541 è quasi mezzanotte quando 43 galere prendono fondo a Porto Conte, la grande baia di fronte ad Alghero. E’ una delle due flotte che Carlo V ha messo insieme per attaccare Algeri. A bordo c’è anche l’imperatore. Che nella città catalana che definirà « bonita, por mi fe, y bien asentada». osservando la maestosa torre de l’Esperó Reial. Rimarrà solo un giorno perché Sabato mattina si imbarcò: l’altra flotta lo aspettava a Maiorca. Anche la spedizione contro Algeri fallirà miseramente: una violenta tempesta infatti distrusse quasi completamente la flotta,inghiottendo molti vascelli e circa 8.000 uomini. Le incursioni barbaresche in Sardegna continueranno Intorno a Carlo V e ai suoi due brevissimi soggiorni nell’Isola,sono fiorite leggende e aneddoti: gli si attribuisce l’espressione “Todos caballeros”, una ricompensa alla fedeltà degli algheresi, discendenti di una colonia catalana, e pronunciata dal Palazzo d’Albis sulla gremita Piazza Civica. mentre in realtà pare che il “cavalierato” venne concesso solo a tre illustri cittadini algheresi, per essersi uniti alla spedizione verso Algeri. Pare inoltre che i Consiglieri di Alghero, come atto d’omaggio murarono la finestra dalla quale l’imperatore si era degnato di mostrarsi alla popolazione acclamante, affinché nessun mortale potesse più affacciarvisi. Storici come Brigaglia, Mastino e Ortu scrivono invece che, semplicemente Carlo V “se ne stava alla finestra sbocconcellando dei biscotti bianchi e bevendo acqua di cannella, perché soffriva di stomaco. Intanto giù nella piazza i suoi soldati avevano dato vita a una specie di corrida, inseguendo e ammazzando sul posto le vacche e i montoni che gli algheresi avevano preparato per approvvigionare la flotta”. Senza alcun fondamento storico è anche il giudizio, “Locos, pocos y male unidos” poco benevolo nei confronti dei Sardi che la tradizione gli attribuisce, ma che mai è stato verificato da nessun documento o altra fonte storica. Ma noi sardi continuiamo a ripetere questo becero e trito luogo comune.
 
 
 
 
 
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L’IMPERATORE SPAGNOLO CARLO V E LA SARDEGNAultima modifica: 2023-03-02T11:50:45+01:00da zicu1
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