IL VOLTAGABBANA: Il caso di Marcello de Vito (5stelle ) e due casi letterari..

 
 
 
 di Francesco Casula
La fauna parlamentare italica dei voltagabbana aumenta viepiù: l’ultimo caso, in ordine cronologico, riguarda tal Marcello De Vito, dei 5stelle, che fu primo candidato sindaco per lo stesso Movimento a Roma nel 2013, e attualmente è presidente dell’Assemblea capitolina, (oltre che a processo in primo grado con l’accusa di corruzione). Ha cambiato casacca abbandonando il suo Movimento e passando a Forza Italia, fino a ieri considerata (e forse non a torto) simbolo del male assoluto, della corruzione e della mala politica. Sia ben chiaro: cambiare opinione non solo è legittimo ma anche doveroso. Cosa diversa è quando si cambia casacca per motivi che niente hanno a che spartire con il “pensiero”. Ma sono da ricondurre a mero opportunismo politico e interesse personale (spesso semplicemente economico): a mio parere il più dei casi. Sia ancora ben chiaro: i voltagabbana sono sempre esistiti. Il trasformismo caratterizza tutta la storia italica e viene da lontano: era praticato abbondantemente ai tempi del regno dei tiranni sabaudi di fine Ottocento: specie con Agostino Depretis capo del Governo. Ma è soprattutto nell’ultimo decennio che il bestiario dei voltagabbana si è moltiplicato: Un dato può essere paradigmatico e illuminante e attiene ai parlamentari che nella scorsa legislatura (la XVII) hanno cambiato “casacca”: ovvero sono transitati da un partito a un’altro (o, addirittura, a più partiti). Ecco quanto riferisce Il Sole 24 ore del 26 dicembre 2017: “È stata la legislatura più instabile della storia della Repubblica: in 57 mesi i cambi di casacca sono stati la cifra record di 566. Venti solo nella settimana prima di Natale. Un valzer che – secondo i calcoli di OpenPolis – ha coinvolto 347 parlamentari. Dunque il 35,53% degli eletti ha cambiato casacca almeno una volta. In 57 mesi di legislatura significa una media di 9,58 cambi al mese. Un numero più che raddoppiato rispetto alla XVI legislatura (2008-2013) che aveva contato 4,5 cambi di casacca al mese. Alla Camera dei deputati sono stati registrati 313 cambi di gruppo, con 207 deputati coinvolti, che rappresentano il 32,86% della platea di parlamentari di Montecitorio. A Palazzo Madama sono stati 253 cambi di casacca e 140 senatori transfughi (43,57%). In base all’articolo 67 della Costituzione «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E dunque può cambiare gruppo. Anche più volte. Il fenomeno è entrato persino nella Letteratura. A metà Ottobre del ’22, dunque meno di due settimane prima della nomina di Mussolini a capo del governo, – è l’autore a riferircelo in Marcia su Roma e dintorni – Lussu ha un colloquio a Roma con l’on. Lissia. Questi sosterrà enfaticamente: ”Se il fascismo trionfa la civiltà del nostro paese rincula di venti secoli”. E ancora: “Abbiamo il dovere di batterci fino all’ultima goccia di sangue. Se non lo faremo sarà l’onta per noi e per i nostri figli”. “Ci salutammo come due combattenti –prosegue Lussu – che si danno appuntamento in trincea. Dopo di che rientrai in Sardegna ed egli rimase a Roma per sistemare degli affari”. “Quale non fu la mia meraviglia nell’apprendere, subito dopo la «Marcia su Roma» che egli faceva parte del Ministero di Mussolini, come sottosegretario alle Finanze”, commenta Lussu. Ma di un politico voltagabbana e incoerente “che proprio non sa rinunciare a un padrone a cui obbedire” parla anche una recente commedia del giornalista e scrittore Pietro Picciau, tradotta in sardo da Ottavio Cogiu ( Il Servo, in Teatro oggi-Commedie e monologhi di Pietro Picciau/Oindì-Cumedias e monologus- Cuaturu operas transladas in lingua sarda de Otaviu Congiu).
IL VOLTAGABBANA: Il caso di Marcello de Vito (5stelle ) e due casi letterari..ultima modifica: 2021-06-09T10:03:05+02:00da zicu1
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