Conferenza su Emilio Lussu – Biblioteca di Flumini 3-10-2013

EMILIO LUSSU*

Il mitico comandante militare, il fondatore del Partito sardo, il combattente antifascista, il grande scrittore.

Emilio Lussu nasce ad Armungia (Ca) il 4 Dicembre 1890 in cui conosce “gli ultimi avanzi di una società patriarcale comunitaria senza classi”. Laureatosi a Cagliari in Giurisprudenza nel 1915, interventista convinto e chiassoso, partecipa con entusiasmo, “con l’elmo di Scipio in testa” alla Prima Guerra mondiale, trascinato da una forte passione civile, ispirata a sentimenti democratico-risorgimentali, introiettati durante le giovanili esperienze nell’Università di Cagliari.

   Al fronte, sperimenta invece sulla propria pelle, l’assurdità e l’insensatezza della guerra: la vita dei soldati sardi morti, a migliaia, in inutili azioni dimostrative richieste dalla scellerata strategia del generale Cadorna (“più utile al nemico da vivo che da morto” lo definirà) susciterà in lui un moto di ribellione consapevole e una rivolta morale alla guerra e alla classe che la provoca.

Leggendario comandante della “Brigata Sassari”, prima tenente poi capitano, per il suo eroismo gli verranno assegnate ben quattro medaglie, diventando poi per i Sardi –e non solo per gli ex combattenti- un vero e proprio mito.

Finito il conflitto bellico, Lussu viene trattenuto in servizio di punizione alla frontiera iugoslava, “colpevole” di aver dimostrato i traffici illeciti di un generale a danno dei beni dell’esercito. Rientrato in Sardegna solo nel 1919, partecipa alla fondazione del Partito sardo d’azione la cui nascita, secondo lo stesso Lussu , è da porre in stretta relazione con l’esperienza della guerra, con il senso di solidarietà creatosi fra i soldati sardi al fronte, con la presa di coscienza politica che era avvenuta non solo in lui ma anche da parte dei suoi compagni.  Non fu –scriverà Lussu- propriamente un movimento di reduci, come quello dei combattenti in tutta Italia. Fin dal primo momento fu un generale movimento popolare, sociale e politico, oltre la cerchia dei combattenti. Fu il movimento dei contadini e dei pastori”.

Nelle liste del Partito sardo d’azione Lussu verrà eletto deputato nel 1921 e 1924, rappresentandolo in Parlamento fino al 1926, quando dovette fare i conti con il nascente fascismo di Mussolini e con le provocazioni e le violenze dello squadrismo in camicia nera.

Dichiarato decaduto in quanto “aventiniano”, il 31 Ottobre del 1926 quando ormai il fascismo stava imponendo la sua dittatura con le “leggi fascistissime”, lo scioglimento dei partiti e dei sindacati di ispirazione socialista e cattolica, Lussu viene assalito nella sua casa a Cagliari da un gruppo di fascisti. Quello stesso giorno a Bologna, c’era stato un attentato, fallito, contro il duce e i fascisti non perdono l’occasione per scatenarsi ovunque alla caccia degli oppositori. Per difendersi Lussu spara un colpo di pistola contro il primo squadrista che gli si presenta davanti e lo uccide. Arrestato e assolto dai giudici in istruttoria per legittima difesa, viene però condannato in via amministrativa da una commissione fascista, in base alle leggi eccezionali per la difesa dello Stato, volute da Mussolini, a cinque anni di deportazione a Lipari dove conosce –fra gli altri- Ferruccio Parri, Carlo Rosselli e Fausto Nitti, con cui nel 1929, dopo quattro tentativi falliti riesce a evadere avventurosamente per rifugiarsi a Parigi.

Qui da esule, insieme ad altri emigrati politici italiani –fra cui Gaetano Salvemini e Carlo Rosselli-  sarà fra i fondatori di “Giustizia e Libertà” di cui rappresenterà l’ala rivoluzionaria. Nel 1936 verrà ricoverato nel sanatorio di Clavadel-Davos dove sarà sottoposto a un difficile intervento chirurgico ai polmoni, in seguito all’aggravarsi di una malattia seria, la Tbc, contratta nel carcere fascista, malcurata a Lipari e trascurata nell’esilio.

Nel corso della degenza porterà a termine la stesura dell’opera Teoria dell’insurrezione in cui sostiene l’insurrezione popolare antifascista e un nuovo ordine statuale improntato al federalismo democratico e repubblicano. Nel 1937 scrive Il Cinghiale del diavolo, racconto sulla caccia che diviene pretesto per riepilogare le radici antropologiche dell’autore che, in quanto avvertite come autentiche, sono rievocate positivamente e ottimisticamente. Nel 1938 scrive il suo capolavoro: Un anno sull’altipiano, grande e mirabile denuncia di quel “macello permanente” che è la guerra.

L’altra opera più famosa, in cui rievocherà le vicende politiche del decennio 1919-1929, Marcia su Roma e dintorni, la scriverà fra il ’29 e il ’33, insieme a La Catena. Nel 1968 scriverà il saggio politico Sul Partito d’azione e gli altri, mentre uscirà postumo La difesa di Roma nel 1987.

Partecipa alla guerra civile in Spagna poi alla Resistenza in Francia e in Italia. Ministro all’assistenza post-bellica (1945) e per i rapporti con la Consulta (1945-46), fu deputato alla Costituente e in seguito senatore prima di diritto (1948) poi eletto fino al 1968.

Muore a Roma alle 14 di Mercoledì 5 Marzo del 1975 a 85 anni, povero e in casa d’affitto.

* Tratto da Letteratura e civiltà della Sardegna di Francesco Casula, volume I, Edizioni Grafica del Parteolla, Dolianova, 2011.

 

 

Conferenza su Emilio Lussu – Biblioteca di Flumini 3-10-2013ultima modifica: 2013-09-30T19:08:08+02:00da zicu1
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