L’introduzione di “Letteratura e civiltà della Sardegna” (Edizioni Grafica del Parteolla) pone un suggestivo quesito preliminare:
«È esistita una Letteratura e una Civiltà sarda? ». L’autore Francesco Casula (nato a Ollolai. per circa 40 anni docente nei licei e e negli Istituti superiori, dirigente sindacale. studioso di storia e lingua sarda. scrittore e giornalista) al ‘termine di un documentato e approfondito ragionamento – un viaggio storico e letterario utile per chiunque, a cominciare’ dagli studenti – sostiene di sì. L’importante. avverte. è che la «produzione letteraria esprima una specifica e particolare sensibilità locale», Quindi una letteratura sarda esiste se. «come ogni letteratura. ha i tratti universali della qualità estetica e se. in più è specifica, non tanto per questioni grammatica- ” li, quanto per una questione di Identità». E proprio l’Identità sarda l’elemento che avvicina gli autori inseriti dall’autore nel primo volume di “Letteratura e Civiltà della Sardegna”.
Casula propone un itinerario storico-letterario che parte dalla nascita della lingua sarda e dai primi documenti per proseguire con la trattazione di autori (di ciascuno presenta la biografia, un brano, un giudizio critico e una sezione per l’attività didattica) che formano le fondamenta della nostra letteratura: Antonio Cano, Sigismondo Arquer, Girolamo Araolla, Giovanni Matteo Garipa e Fra Antonio .Iaria da Esterzili durante il dominio catalano-aragonese e spagnolo; Efisio Pintor Sirigu, Francesco Ignazio Mannu, Diego Mele, Peppino Mereu e l’autore sconosciuto di Sa scomuniga de Predi Antiogu nel Settecento-Ottocento; Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci e Emilio Lussu per un «nuovo stato e un nuovo ordine sociale». Tra i romanzieri del 1900-2000 sonò, stati scelti Grazia Deledda, Salvatore Satta e Giuseppe Dessì. Per raccontare il banditismo e la società del malessere, i codici ‘barbarìcìni e i suoi analistì, Casula ha indicato Antonio Pigliaru, Michelangelo Pira e Giuseppe Fiori. Sebastiano Satta è l’autore in lingua italiana inserito nel capitolo sulla letteratura identitaria del 1900-2000; mentre tra gli autori in lingua sarda figurano.Antioco Casula (Montanaru), Pedru Mura e Salvatore Cambosu.
La domanda iniziale sull’esistenza della letteratura e di una civiltà sarda è intrigante sia per la risposta che ne danno gli autori citati, sia per quanto lo stesso Casula sostiene per confutare l’affermazione: «C’è cm lo nega». E l’inizio avvincente del viaggio (crìtìco, storico, letterario) in compagnia dell’autore. Alcuni,avverte Casula, «dubitano perfino che la Sardegna abbia avuto una storia tout court. Emilio Lussu ha scritto che noi non abbiamo avuto una storia. La nostra storia è quella di Roma, di Aragona, ecc. Lo , storico francese Le Roy Ladurie ha sostenuto che la Sardegna giace fu un angolo morto della storia. Francesco Masala, il nostro più grande poeta etnico, parla di storia dei vinti perché i vinti non hanno storìa. Fernand Braudel, il grande storico francese; direttore della rivista Annales che rivoluzionerà la storiografia, alludendo ad alcuni popoli mediterranei, forse anche all’Isola. ammette che la loro storia sta, nel non averne e non si discosta molto da questa linea raccontando che viaggiare nel Mediterraneo significa incontrare il mondo romano ne1 Libano e la preistoria in Sardegna».
Pietro Pìcciau