Il segretario della CISL vuole “abolire” l’Autonomia speciale della Sardegna

 

Ma la risposta a Bonanni è Indipendenza

di Francesco Casula

Sbaglia chi sottovalutasse l’affermazione di Bonanni secondo cui “L’Autonomia sarda deve essere abolita”. O la derubricasse a ingenua gaffe o semplice boutade. La gravità della posizione del segretario della CISL sta nel fatto che non è isolata e anzi si aggiunge a posizioni simili ormai abbondantemente presenti nel mondo politico, economico e finanche intellettuale. Si sta infatti diffondendo un fastidio e un’ostilità per le Autonomie locali che, dopo essere state colpite dai brutali tagli finanziari, si vorrebbero liquidare, sic et simpliciter. Il pretesto è che sono fonte di sprechi e pascolo per politici corrotti: dal Piemonte e dalla Lombardia alla Basilicata. Le cronache di questi mesi lo confermerebbero impietosamente. Ed è vero. Ma perché non riconoscere, contestualmente, che sprechi e ruberie anche molto maggiori contrassegnano il Governo e i Ministeri, gli Enti e le industrie di Stato – come Finmeccanica – che nessuno si sogna di “abolire”? I motivi veri degli attacchi furibondi alle Autonomie locali stanno dunque in ben altro: sono infatti da ricondurre al neo centralismo statuale, alla globalizzazione, al pensiero unico: insomma alla reductio, di tutto, ad unum. A quell’unità di cui parla nel romanzo “Capezzoli di pietra” Eliseo Spiga: “Un’idea. Una legge. Una lingua. Un’umanità indistinta. Una coscienza frollata. Un’atmosfera lattea. Una natura atterrita. Un paesaggio spianato. Una luce fredda”. Quell’unità che annulla progressivamente le specificità e diversità. Che iberna nella bara della tecnica, del calcolo economico, della mercificazione, della globalizzazione le identità etno-linguistiche, politiche, sociali. Che ammutolisce la politica e mette al bando l’idea stessa del cambiamento.

A Bonanni e alla sua furia centralista occorre però rispondere giocando all’attacco: non difendendo l’Autonomia sarda che, con i suoi anemici e deboli poteri e competenze, da decenni oramai può permetterci solo l’amministrazione della nostra dipendenza, ma affermando e rivendicando l’Indipendenza della Sardegna e la separazione dall’Italia, uno Stato ormai in avanzata putrefazione, con Partiti che hanno bisogno di una vecchia badante per formare un qualsiasi governo. Dobbiamo andare direttamente in Europa, senza intermediazioni e filtri. Per rappresentare, in quel consesso, come Comunità orgogliosa e sovrana, i nostri bisogni, difendendo i nostri interessi.

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 29-4-2013

Il segretario della CISL vuole “abolire” l’Autonomia speciale della Sardegnaultima modifica: 2013-04-29T14:37:34+02:00da zicu1
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