La proposta della Confederazione sindacale sarda (CSS)

UN PASS GRATIS

PER I PARCHEGGI

DEL BROTZU

di Francesco Casula

Dopo il danno (con la sfortuna della malattia) la beffa: una odiosa e assurda gabella. Non può essere catalogata diversamente la vicenda paradossale e incredibile dei parcheggi a pagamento da parte dei  parenti dei ricoverati e dei numerosissimi utenti che ogni giorno si recano all’Ospedale Brotzu per cure,  analisi e visite. A niente sono valse – almeno fin’ora – le giuste e sacrosante proteste, pacifiche ma ferme e decise, guidate dal Presidio di Piazzale Trento, che ha denunciato questa nuova speculazione ai danni delle fasce sociali più deboli. Con loro la Federconsumatori, secondo cui la gara per la gestione di 1500 parcheggi all’esterno dell’ospedale comporterà anche una trasformazione della viabilità intorno alla via Peretti. La società che gestirà questo spazio a pagamento è la Aj mobilità, un’azienda di Spoleto che già controlla aree di parcheggio in tutta la penisola e che garantirà un introito all’ospedale pari al 18,42% sui ricavi: un bel malloppo a carico di malati o dei loro parenti e familiari. I ricavi saranno anche garantiti dalla rivoluzione dell’area che comprenderà anche un sistema di lavaggio auto, bar, ristorante, fioraio: un business con molti zeri che sarà pagato come al solito dai soggetti più sfortunati e poveri. Ma c’è più:  gli stessi dipendenti del Brotzu – scrive la Confederazione sindacale sarda (CSS) –  si lamentano anche se è stato loro concesso un pass dietro pagamento di 10 euro; protestano i tassisti a cui è stata chiesta una cauzione di 27 euro per il libero accesso e pagano il ticket le ambulanze delle associazioni del volontariato e gli stessi carri funebri. Questa situazione era già insostenibile, ma ciò che ha acceso la protesta è la recinzione dell’area parcheggio antistante l’Ospedale lato via Peretti, a cui ora si può accedere solo a pagamento. L’Assessorato Ambiente e Urbanistica del Comune di Cagliari ad aprile ha emesso una ordinanza di demolizione e ripristino delle opere abusive. Ma nel mentre, che fare? La CSS lancia una proposta intelligente ed equilibrata: l’istituzione dei pass per l’accesso libero al parcheggio, dando la precedenza a tutti quei soggetti che utilizzano i servizi dell’Ospedale Brotzu, la cui immagine di eccellenza rischia di essere offuscata e offesa da interessi estranei ad una Azienda Ospedaliera preziosa ed insostituibile per l’utenza sarda.

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 6-6-2012

 

 

 

 

 

 

441° anniversario della morte di Sigismondo Arquer

ARQUER, L’EROE

CANCELLATO

DALLA MEMORIA.

Francesco Casula

Il 4 giugno del 1571 moriva tragicamente il cagliaritano Sigismondo Arquer: condannato dal tribunale dell’Inquisizione, dopo sette anni e otto mesi di detenzione e di torture infatti, i carnefici vedendo che non solo non si pentiva ma che anzi esaltava il suo martirio, lo trafiggeranno con le lance e lo getteranno vivo nel rogo degli eretici, nella Plaza de Zodocover a Toledo in Spagna. Di madre sarda – che rivendicherà orgogliosamente durante il processo –  e di padre di origini aragonesi., dopo la laurea nell’università di Pisa in Diritto civile e canonico, e in Teologia a Siena, tornato in Sardegna diviene avvocato del fisco a Cagliari. Durante un breve soggiorno a Basilea, su invito di Sebastian Münster, geografo, cartografo e di fede luterana, presso il quale era ospite, scrive una monografia sulla Sardegna: Sardiniae brevis historia et descriptio, cui era allegata una carta dell’Isola e una veduta di Cagliari (Tabula corographica insulae ac metropolis illustrata), che viene inserita nella Cosmografia scritta dallo stesso Münster. Redatta in un latino di rara raffinatezza, ma chiaro e semplice, rappresenta  la più antica descrizione dello stato e dei problemi dell’Isola in cui l’Arquer traccia anche un ritratto severamente censorio del corrotto clero del tempo: “Sacerdotes indoctissimi sunt, ut raros inter eos, sicut et apud monachos, inveniatur, qui latinam intelligat linguam. Habent suas concubinas, maioremque dant operam procreandis filiis quam legendis libris”. Plurilinguista – conosceva l’Italiano e il Castigliano, le due lingue materne, Catalano e Sardo e il Latino. In queste tre lingue ci ha lasciato un Pater Noster, su Babbu nostru sughale ses in sos che­ius: in un Sardo che coniuga elementi campidanesi con elementi logudoresi. Intellettuale e figura di assoluta dimensione europea, il sacrificio della sua vita segna il trionfo della libertà di coscienza. Ma è stato dimenticato, rimosso: dalla cultura e dalla scuola italiana. E soprattutto dai Sardi. Che evidentemente non ama i suoi grandi eroi. Ad iniziare da Cagliari, la sua città. Che – bontà sua – gli ha dedicato una strada, o meglio, un vicoletto nel Quartiere di Marina. A Carlo Felice, re crudele, ottuso e vorace, è stata invece dedicata la nostra principale arteria. Oltre che innumerevoli strade in tutta l’Isola. Scelte suicide e oscurantiste.

Pubblicato su Sardegna quotidiano il 4-6-2012