Su can’isterzu del VILLAGGIO

Su can’isterzu del VILLAGGIO

pubblicata da Francesco Casula il giorno venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 10.39

ECCO FANTOZZI

E GLI INSULTI

ALLA SARDEGNA

di Francesco Casula

Nel 2006 era stato un rampollo della zenìa dei savoia, con i Sardi sempre cialtronesca, crudele e famelica, a insultarci: Puzzano come capre, aveva affermato. Ora tocca all’ex comico genovese, ridottosi ohimè a mediocre guitto che, impancandosi a maître à penser, dalla TV di stato ha ricondotto la scarsa natalità dell’Isola al fatto che gli abitanti si accoppiano con le pecore. E i sardi dovrebbero continuare a pagare il canone? Usque tandem? Che altre piacevolezze devono ancora sentire da quegli schermi?

Ma gli improperi e le contumelie contro i Sardi e la Sardegna non sono solo di oggi: ecco un minuscolo campionario. Cicerone (in Pro Scauro) per screditare i 120 testimoni sardi (al processo a Roma per testimoniare contro Scauro, un tangentista ante litteram, difeso dall’orator maximus) non esita a dipingerli come ladroni con la mastruca (mastrucati latrunculi), inaffidabili e disonesti “la cui vanità è così grande da indurli a credere che la libertà si distingua dalla servitù solo per la possibilità di mentire”: la loro inaffidabilità verrebbe dalle loro stesse radici fenicio-puniche. Di qui l’accusa più grave e insultante, oggi diremmo “razzistica”: sono africani! E allora, scrive Cicerone, “dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’o­rigine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?”

Nel 2006 Honoré de Balzac, (in Voyage en Sardaigne) risentito per non essere riuscito nella sua impresa in Sardegna di arricchirsi attraverso lo sfruttamento delle scorie delle miniere d’argento abbandonate nella Nurra, vaneggia di uomini e donne nude come selvaggi, domiciliati in tane e abbruttiti dalle foreste, che mangiano un pane fatto di farina mista ad argilla. “L’Africa comincia qui – scrive – ho intravisto una popolazione in cenci, tutta nuda, abbronzata come gli etiopi”. Un altro francese, Gustavo Jourdan (in L’Ile de Sardaigne) deluso per non essere riuscito dopo un anno di soggiorno in Sardegna, a coltivare gli asfodeli per ottenerne alcool, parla della Sardegna “rimasta ribelle alla legge del progresso”, terra “di barbarie in seno alla civiltà che non ha assimilato dai suoi dominatori altro che i loro vizi”. Mentre l’archeologo inglese Donald Harden (in I Fenici) non solo ci insulta ma, apoditticamente sentenzia: “Sardegna, regione sempre retrograda”. Argas de muntonarzu!

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 13-1-2012

Su can’isterzu del VILLAGGIOultima modifica: 2012-01-13T10:57:31+01:00da zicu1
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