L’autonoma letteratura sarda

L’autonoma letteratura sarda

di Francesco Casula

Domenica scorsa a Macomer, all’interno de sa Cunferentzia regionale de sa limba, si è discusso anche della Letteratura sarda. Si tratta di una vecchia e vexata quaestio: molti hanno persino negato che la Sardegna abbia espresso “una letteratura vera e propria” in Sardo. Ad iniziare da Pietro Nurra, studioso di poesia popolare, perché non se ne vedeva “unità di concetto” né “lingua comune”. La verità vera –ho sostenuto nel mio intervento- è che fin dalle origini del volgare sardo non vi è stato periodo nel quale la lingua sarda non abbia avuto una produzione letteraria. Certo, qualcuno potrebbe obiettare -come Gramsci- che essa, rispetto ad altre lingue romanze, non ha espresso “una grande letteratura”. Ma dato e non concesso che il sardo abbia prodotto pochi frutti –in realtà Gramsci conosceva poco la letteratura in limba-, si poteva pensare che un cavallo, per troppo tempo legato e imbrigliato, potesse correre? Possiamo dimenticarci che La Lingua sarda, dopo essere stata lingua curiale e cancelleresca nei secoli XI e XII, lingua dei Condaghi e della Carta De Logu, con la perdita dell’indipendenza giudicale, venne ridotta al rango di dialetto paesano, frammentata ed emarginata, cui si sovrapporranno prima i linguaggi italiani di Pisa e Genova e poi il catalano e il castigliano e infine di nuovo l’italiano?

In realtà dalla nascita del Sardo fino ad oggi abbiamo avuto una letteratura in limba –non dialettale dunque ma nazionale sarda- che risulta autonoma, distinta e diversa dalle altre letterature. E dunque non una sezione di quella italiana: magari  gerarchicamente inferiore. Ma anche prescindendo dal codice linguistico usato –molti hanno scritto appunto in catalano, in castigliano e in italiano – pare difficile non ritrovare in tale produzione letteraria, una specifica e particolare sensibilità locale, “una appartenenza totale alla cultura sarda, separata e distinta da quella italiana” diversa dunque e “irrimediabilmente altra” come ha scritto il critico sardo Giuseppe Marci. E come sottolinea Nereide Rudas, specie a proposito del romanzo, quando sostiene che “Il romanzo sardo mostra una struttura identitaria e una Weltanschauung  diverse da quelle emergenti dal romanzo italiano” In esso “l’Isola non si limita a fungere da “sfondo” d’ambientazione narrativa  ma si impone come oggetto-forma polarizzante e totalizzante e vero protagonista”.

  (Pubblicato su Il Sardegna del 6-12-2008)      

L’autonoma letteratura sardaultima modifica: 2008-12-12T19:15:00+01:00da zicu1
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