Critica alla modernità e utopia sarda in Spiga
di Francesco Casula
di Fra
In un Incontro organizzato dall’Istituto “Gramsci”, nei gioni scorsi a Cagliari la psichiatra Nereide Rudas ha presentato l’ultimo saggio di Eliseo Spiga: “La sardità come utopia-note di un cospiratore”.
Questo il suo esordio: “Dopo un pungente e clamoroso panflet politico, “Sardegna, rivolta contro la colonizzazione” e un significativo romanzo “Capezzoli di pietra”, Spiga, uno degli intellettuali sardi più acuti, brillanti e impegnati ritorna, come importante scrittore, con questa sua ultima opera”.
Difficile non condividere il giudizio della Rudas: l’autore di “La sardità come utopia” intrecciando la narrazione autobiografica con un’analisi acuta e una riflessione cruda e serrata, critica radicalmente la “modernità” e le ideologie che la sottendono, siano essere l’illuminismo e il liberalismo o il marxismo e il comunismo.
Dalla modernità –scrive- non si salta verso altri luoghi. Si affonda nel vuoto. Dall’uomo attualmente superaccessoriato, all’uomo robotizzato, comandato da microcips sensori e mappe satellitari, svuotato di idee e di sentimenti. Dalla società di massa alla società della megalopoli, ossia della meganecropoli. Dalla democrazia all’oligarchia e alla tecnocrazia. Dall’economia della truffa all’economia apertamente criminale. Dalla natura mutilata e avvelenata alla natura disidratata e asfissiata. Dalla guerra preventiva alla guerra definitiva.
Quello che occorre è fare i conti con la nostra tradizione e assumere l’utopia sarda come prospettiva attuale e futura.
(Pubblicato su Il Sardegna del 18-12-07)
Regia: Spina Sergio
Interventi: Cafagna Luciano, De Poli Gabriele, De Rosa Gabriele, Erpichini Mario, Fiori Peppino, Galasso Giuseppe, Satta Flores Stefano, Spriano Paolo