Incintro istituto gramsci

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Critica alla modernità e utopia sarda in Spiga

                                                                di Francesco Casula 

di Fra

 

In un Incontro organizzato dall’Istituto “Gramsci”, nei gioni scorsi a Cagliari la psichiatra Nereide Rudas ha presentato l’ultimo saggio di Eliseo Spiga: “La sardità come utopia-note di un cospiratore”.

Questo il suo esordio: “Dopo un pungente e clamoroso panflet politico, “Sardegna, rivolta contro la colonizzazione” e un significativo romanzo “Capezzoli di pietra”, Spiga, uno degli intellettuali sardi più acuti, brillanti e impegnati ritorna, come importante scrittore, con questa sua ultima opera”.

Difficile non condividere il giudizio della Rudas: l’autore di  “La sardità come utopia” intrecciando la narrazione autobiografica con un’analisi acuta e una riflessione cruda e serrata, critica radicalmente la “modernità” e le ideologie che la sottendono, siano essere l’illuminismo e il liberalismo o il marxismo e il comunismo.

Dalla modernità –scrive- non si salta verso altri luoghi. Si affonda nel vuoto. Dall’uomo attualmente superaccessoriato, all’uomo robotizzato, comandato da microcips sensori e mappe satellitari, svuotato di idee e di sentimenti. Dalla società di massa alla società della megalopoli, ossia della meganecropoli. Dalla democrazia all’oligarchia e alla tecnocrazia. Dall’economia della truffa all’economia apertamente criminale. Dalla natura mutilata e avvelenata alla natura disidratata e asfissiata. Dalla guerra preventiva alla guerra definitiva.

Quello che occorre è fare i conti con la nostra tradizione e assumere l’utopia sarda come prospettiva attuale e futura. 

(Pubblicato su Il Sardegna del 18-12-07)

Editore: RAI
Produzione: RAI
Data di registrazione: 1972
Data di pubblicazione: 1972/02/06
Raccolta: Archivio Rai
Tipologia: documentari
Argomento: Letteratura, Storia e tradizioni
Lingua: italiano
Descrizione: Mario Erpichini conduce una trasmissione dedicata alla figura di Antonio Gramsci, soffermandosi in particolare sul periodo trascorso in carcere dal fondatore del Partito Comunista Italiano e sulla fitta corrispondenza di quest’ultimo con i suoi familiari. Scritte nel periodo di detenzione che va dal 1926 al 1937, pubblicate per la prima volta da Einaudi nel 1947, le Lettere dal carcere, opera propedeutica o perlomeno parallela alla lettura dei Quaderni, mostrano un uomo conscio della propria scrittura e del proprio percorso personale che, volendo scrivere qualcosa “für ewig” (per sempre), ovvero qualcosa destinata al futuro e a chi fosse vissuto dopo di lui, appronta una sorta di “Bildungsroman” (romanzo di formazione), “moderno breviario dei laici” secondo Valentino Gerratana, capace di dare voce a una universale idea dell’esistere in quanto “logos”, parola e pensiero della comunità umana.
Note: Le lettere di Gramsci sono lette in studio dall‘attore Stefano Satta Flores

Incintro istituto gramsciultima modifica: 2008-01-17T10:35:00+01:00da zicu1
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