Gregorio Magno e Ospitone

GREGORIO MAGNO E OSPITONE
CHIESA DI SAN BASILIO (Ollolai) E I BASILIANI

di Francesco Casula

Nel maggio del 594 il papa Gregorio Magno indirizza a Ospitone, definito ”dux Barbaricinorum” una lettera .
In essa il Pontefice, a lui unico seguace di Cristo in quel popolo di pagani, chiede di cooperare alla conversione delle popolazioni barbaricine che ancora “vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre”. Non si hanno notizie di un’eventuale risposta di Ospitone né sappiamo se lo stesso si sia impegnato nell’opera di conversione dei suoi sudditi. Una cosa è però certa, la lettera del grande papa serve a illuminare l’intera precedente storia della Sardegna. La presenza infatti nell’Isola, alla fine del 500 di un “dux barbaricinorun”, mette in discussione numerose categorie storiografiche della storia ufficiale. Ad iniziare dalla visione di una Sardegna conquistata, vinta e dominata per sempre, dai Cartaginesi prima e dai Romani e Bizantini poi.
Nasce dalla consapevolezza del ruolo di Ospitone la Lettera di Gregorio Magno con cui invita ed esorta pressantemente il dux barbaricinorum ad assecondare la missione del Vescovo Felice e dell’abate Ciriaco per la conversione delle popolazioni barbaricine al Cristianesimo. Ruolo, carisma e prestigio, peraltro, riconosciuti e testimoniati dal fatto che il papa conclude la lettera inviandogli la benedizione di San Pietro che era collegata “a una catena dei Beati Apostoli Pietro e Paolo”. Benedizione che era riservata, di regola, solo agli Ecclesiastici: a dimostrazione della stima che nutriva per Ospitone.
E’ poco credibile però – come scrive il papa – che solo Ospitone si fosse convertito al Cristianesimo, ad Christi servitium: certo è però che la gran parte delle comunità continuasse nella religione primitiva naturalistica, vivendo – per usare le parole di Gregorio Magno – ut insensata animalia, adorando pietre e tronchi d’albero. A testimoniare ciò basterebbe solo pensare al fatto che delle nove sedi vescovili presenti in quel periodo in Sardegna (Cagliari, Turris, Sulci, Tarros, Usellus, Bosa, Forum Traiani e Fausania-Olbia) nessuna è alloccata nelle civitates barbariae e la nascita della sede vescovile di Suelli con l’episcopus Barbariae, proprio in quel periodo, pare essere dovuta proprio per la conversione delle popolazioni barbaricine.
A dare un impulso decisivo per la conversione dei Sardi sarà proprio Gregorio Magno, con una instancabile opera di evangelizzazione e con l’istituzione di numerosi monasteri. Soprattutto con l’arrivo dall’Oriente dei monaci basiliani, che non solo diffusero il vangelo tra i Barbaricini ma introdussero la coltura d’alberi (melo, fico, ulivo) dei cui frutti si cibavano nei periodi d’astinenza e di digiuno. Introdussero pure alcuni vitigni per la produzione di vini dolci per la messa (moscato e malvasia), praticavano i riti della Chiesa orientale, avevano la barba fluente e dedicarono le chiese ai santi del calendario greco.
I basiliani, erano stati fondati da San Basilio (329-379), anche noto come Basilio di Cesarea (in Cappadocia), o Basilio il Grande o Basilio Magno (in greco antico: Βασίλειος ὁ Μέγας?, Basíleios ho Mégas; in latino Basilius Magnus; 329 è stato un vescovo e teologo greco antico.
I monaci basiliani iniziano a diffondere il Cristianesimo anche nelle zone di montagna: ad iniziare dalla Barbagia, costruendo, nelle campagne, conventi e chiese: è da far risalire a questo momento storico, nelle montagne di Ollolai, la Chiesa non a caso dedicata proprio a San Basilio, con relativo Convento.

Gregorio Magno e Ospitoneultima modifica: 2024-05-20T13:53:54+02:00da zicu1
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