Il Divario fra Nord e Sud?

di Francesco Casula
2020 profetizzava pomposamente il Corriere della sera nel lontano 1972. Bene, siamo nel 2023 ma il divario non solo non è stato colmato, ma tende, ogni anno di più ad aumentare. Basta guardare gli ultimi dati ISTAT (del 2022) che fotografano impietosamente che la forbice continua ad allargarsi. In modo particolare cresce il il divario fra Nord e Sud d’Italia su lavoro, crescita economica e riduzione delle disuguaglianze. Lo rende noto l’Istat nel suo Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ( Sustainable Development Goals, SDGs) dell’Agenda 2030 dell’Onu. Ma anche per quanto attiene all’istruzione e alla cultura si conferma purtroppo che il Sud fa fatica: la popolazione (25-64 anni) residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella del Centro- nord: il 38,1% ha il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 16,4% ha raggiunto un titolo terziario; nel Nord e nel Centro circa il 45% è diplomato e più di uno su cinque è laureato (21,1% e 23,7% rispettivamente). Il divario territoriale nei livelli di istruzione riguarda uomini e donne, sebbene sia più marcato per la componente femminile. Che succede? E come mai le disuguaglianze territoriali aumentano. Per un fenomeno strutturale: legato al colonialismo interno presente in Italia ad iniziare dall’Unità d’Italia, che ne è la causa. Senza dunque la rottura della “dipendenza coloniale, le differenze fra Nord e Sud, lungi dallo scomparire, aumenteranno. Il fenomeno è stato analizzato da studiosi e economisti. Mi riferisco in modo particolare a Nicola Zitara1, che con alcuni intellettuali fra cui, Anton Carlo e Carlo Capecelatro2 – chiamati nuovi meridionalisti, – iniziò una revisione del “vecchio meridionalismo” e dell’intera “Questione meridionale” dissacrando quanto tutti avevano divinizzato: il movimento e il processo, considerato progressivo e progressista del Risorgimento; mettendo in dubbio e contestando la bontà dello Stato unitario, sempre celebrato da chi a destra, a sinistra e al centro aveva sempre ritenuto, che tutto si poteva criticare in Italia ma non l’Italia Unita e i suoi eroi risorgimentali. Zitara e i nuovi meridionalisti (cui oggi aggiungeremmo un altro valente nuovo meridionalista, Pino Aprile3) – in modo particolare, ripeto, Edmondo Maria Capecelatro e Antonio Carlo, quest’ultimo fra l’altro per molti anni docente incaricato di diritto del lavoro all’Università di Cagliari – ritengono che il Meridione con la Sardegna, sia diventata con l’Unità d’Italia una “colonia interna” dello Stato italiano e che dunque la dialettica sviluppo-sottosviluppo si sia instaurata soprattutto nell’ambito di uno spazio economico unitario – quindi a unità d’Italia compiuta – dominato dalle leggi del capitale. Si muovono in sintonia con studiosi terzomondisti come P. A. Baran4 e Gunter Frank5 che in una serie di studi sullo sviluppo del capitalismo tendono a porre in rilievo come la dialettica sviluppo-sottosviluppo non si instauri fra due realtà estranee o anche genericamente collegate, ma presuma uno spazio economico unitario in cui lo sviluppo è il rovescio del sottosviluppo che gli è funzionale: in altri termini lo sviluppo di una parte è tutto giocato sul sottosviluppo dell’altra e viceversa. Così come sosterrà anche Samir Amin6, che soprattutto in La teoria dello sganciamento-per uscire dal sistema mondiale,riprende alcune analisi che ha sviluppato nelle opere precedenti sui problemi dello sviluppo/sottosviluppo, centro/periferia, scambio ineguale. Per Amin il sottosviluppo è l’inverso dello sviluppo: l’uno e l’altro costituiscono le due facce dell’espansione – per natura ineguale – del capitale che induce e produce benessere, ricchezza, potenza, privilegi in un polo, nel ”centro” e degradazione, miseria e carestie croniche nell’altro polo, nella “periferia”. Nel sistema capitalistico mondiale infatti i centri sviluppati (i Nord del Pianeta) e le periferie (i Sud) sottosviluppati sono inseparabili: non solo, gli uni sono funzionali agli altri. Ciò a significare che il sottosviluppo non è ritardo ma supersfruttamento. In questo modo Amin contesta la lettura della storia contemporanea vista come possibilità di sviluppo graduale del Sud verso i modelli del Nord, in cui l’accumulazione capitalistica finirà per recuperare il divario. L’espansione capitalistica mondiale – oggi viepiù caratterizzata dalla finanziarizzazione dell’economia – per i Sud del Pianeta non comporta solo sottosviluppo ma anche “compradorizzazione” delle società e delle borghesie locali, nonché espansione “bianca”. Ovvero distruzione delle culture “extraeuropee. Vi è anzi un legame strettissimo fra il carattere capitalistico della modernizzazione e l’espansione del dominio culturale occidentalista. Di qui il genocidio di interi popoli marginalizzati con l’assimilazione forzata, indotta dalla globalizzazione. E la distruzione di etnie. Se è vero come documenta il Centro studi “Luigi Negro” di Milano, che ogni anno scompaiono nel mondo ben dieci minoranze etniche e con esse altrettante lingue, culture, modi di vivere originali, specifici e irrepetibili. Sardinia, anche de te fabula narratur! O no? Note 1.. Nicola Zitara, L’Unità d’Italia. nascita di una colonia, Jaca Book, Milano, 1971; Il proletariato esterno, Jaca Book , Milano, 1972; Memorie di quand’ero italiano, Ed. Città del Sole, Reggio Calabria, 2013. 2.Anton Carlo/Carlo Capecelatro, Contro la Questione Meridionale, Ed. Savelli, Roma 1972. 3.Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali, ( 2010); Giù al Sud, perché i terroni salveranno l’Italia ( 2012); Il Sud puzza. Storia di vergogna e d’orgoglio, (2013); Terroni ‘ndernescional. E fecero terra bruciata, (2014); Carnefici, (2016): tutti editi dalla PIEMME di Milano. 4.P. A. Baran, Il surplus economico e la teoria marxiana dello sviluppo, Feltrinelli, Milano,1975. 5.Gunter Frank, Il surplus economico e la teoria marxiana dello sviluppo, Feltrinelli, Milano,1975. 6.Samir Amin, Sulla Transizione, Ed. Jaca-Book, Milano, 1973 e La teoria dello sganciamento, Ed. Diffusioni, Milano 1986.
 
 
 
 
 
Visualizzato da Francesco Casula alle 08:52
 
Invio
 
 
 
 
 
 
Scrivi a Francesco Casula
 
Il Divario fra Nord e Sud?ultima modifica: 2023-03-12T19:30:25+01:00da zicu1
Reposta per primo quest’articolo