Referendum della CSS e Sardigna Natzione sul gasdotto

GALSI SI, NO, SE

CON UN SMS

DITE LA VOSTRA

di Francesco Casula

La Confederazione sindacale sarda (Css) e Sardigna Natzione Indipendentzia (Sni) promuovono un referendum conoscitivo via sms in merito alla proposta di realizzazione del metanodotto Galsi fra l’Algeria e l’Italia che attraverserà la Sardegna. Si potrà votare Galsi Si, Galsi No e Galsi Se (ponendo le debite condizioni in funzione del via libera al progetto), inviando un messaggio ai numeri 342-6033823 (Vodafone), 366-7421527 (Tim), 393-0406193 (Tre) e 327-3481488 (Wind) dal 10 dicembre al 10 marzo. Non ha valore legale, -hanno precisato Giacomo Meloni (CSS) e Bustianu Cumpostu (Sni)- ma sarà messa a disposizione delle istituzioni come indice della volontà di un popolo di esprimersi su temi che lo riguardano direttamente:  l’energia, l’ambiente, l’economia. C’è da augurarsi che in questi mesi, i Sardi possano essere adeguatamente informati, sulla realizzazione del Galsi. Esso fino ad oggi, grazie a una stampa addomesticata è stato presentato come foriero di magnifiche e progressive sorti per tutta l’Isola, con il gas naturale finalmente a basso prezzo per i Sardi. Occorrerà spiegare che in base all’Accordo firmato il 14 novembre 2007, ad Alghero, il gasdotto più lungo e più profondo al mondo, 2880mt offshore, partendo dall’Algeria arriverà in Toscana sventrando l’intera Sardegna con un tubo del diametro di 1 metro e 20 centimetri per ben 272 Km da sud-ovest a nord-est. Uno sventramento ad altissimo rischio antropico, ambientale, idrogeologico, archeologico, industriale, di incendi boschivi, sanitari etc. con possibili gravissime e inevitabili ripercussioni sul territorio, sull’ambiente, sull’economia della Sardegna, sulla salute e sulla vita dei Sardi, con sicure compromissioni dell’integrità di zone costiere e di aree tutelate. Ed espropri generalizzati con cancellazioni di vigneti, frutteti e pascoli. Si dirà: è comunque un’opportunità per la nostra Isola. Ma quale? Per la “servitù di passaggio” impostaci, non è previsto alcun tipo di compensazione, né l’erogazione del metano per l’Isola. Ad impianti ultimati, se i Sardi vorranno usufruire del metano, ne dovranno fare richiesta a costi di mercato, così come avviene per la benzina e il gas. Stando così le cose sarebbe solo un ulteriore immane servitù, foriera per l’Isola di disastri non di benefici e colossale affare invece per le lobby industriali italiane e non.

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 5-12-2011

 

 

 

Referendum della CSS e Sardigna Natzione sul gasdottoultima modifica: 2011-12-05T09:56:43+01:00da zicu1
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