Lingue

Lingue, un tesoro dell’Umanità

 

 

di Francesco Casula

 

 

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2008 anno internazionale delle Lingue: lo ha annunciato Koichiro Matsuura, direttore generale dell’Unesco nel suo messaggio ufficiale di qualche mese fa. Egli ha inoltre ricordato che le lingue sono una parte essenziale del patrimonio vivente dell’Umanità: ciò nonostante più della metà delle circa 6700 lingue parlate nel mondo sono minacciate di estinzione e si stima che il 96% di queste sono parlate solo dal 4% della popolazione mondiale.

 

“Con la minaccia che incombe sulla sopravvivenza di queste lingue, -ha scritto- ci sono un’infinità di immagini, di percezioni e di significati veicolati dalle parole che rischiano di sparire per sempre a detrimento della diversità linguistica e dell’equilibrio delle loro comunità d’origine”.

 

Con la scomparsa di migliaia di lingue in tutto il mondo –e dunque di altrettanti modi di vivere originali, specifici e irrepetibili, di interi codici, culture e civiltà- non  ci sarebbe però solo un impoverimento culturale, artistico e linguistico. Assisteremo a una vera e propria catastrofe antropologica. Che colpirebbe anche noi Sardi.

 

A rischio –secondo l’Atlante dell’Unesco- ci sarebbe infatti anche la Lingua sarda. Esso, individua con nettezza i rischi che corrono molte lingue, tra cui la nostra: quantità crescenti di bambini non le apprendono più, i parlanti più giovani hanno abbondantemente superato i 30 anni, a parlarla costantemente sono rimasti solo i più anziani.

 

Il problema vero che abbiamo dunque davanti, come Sardi, ma non fra 10-20 anni, ma qui ed ora, hic et nunc, è il “che fare”.

 

Un prezioso suggerimento ci viene dal linguista Tullio De Mauro: “poiché le lingue -egli afferma- alla pari di tutti gli organismi viventi deperiscono se non alimentate, occorre usarle. L’unica via è sviluppare il bilinguismo, protegger il diritto a parlare nella propria lingua, investendo nell’alfabetizzazione primaria”

 

Ovvero, per noi, insegnando il Sardo, nelle scuole prima di tutto. E io preciserei: in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, non solo quindi nelle primarie.

 

Abbiamo una Legge regionale (la 26)e una Legge statale (la 482) che giuridicamente parificano il Sardo con l’Italiano; disponiamo di una Riforma della Scuola che prevede la gestione di una quota dei programmi scolastici da parte delle Regioni. Che la nostra legiferi per introdurre nei curricula degli studenti sa Limba.

 

 

(Pubblicato su Il Sardegna del 31-5-08)

 

Lingueultima modifica: 2008-07-09T14:30:03+02:00da zicu1
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