scuola

 

Spiragli di speranza nella scuola

 

di Francesco Casula

 

La scuola sarda è gravemente malata: “soffre” ancora per quanto attiene alla mancanza e/o insufficienza delle strutture (aule, laboratori, palestre) e dei servizi (mense, trasporti); detiene primati poco invidiabili rispetto alla dispersione e mortalità scolastica; ben il 29,7% della popolazione ha la sola licenza media (in Italia la percentuale scende al 21,9 e in Europa al 14,9); i laureati sono una percentuale bassissima il 10% a fronte del 12 in Italia e dal 23 al 46 nei paesi più avanzati. E ricordo che oramai in una società postindustriale più del 70% della popolazione trova occupazione nella cosiddetta economia dei servizi e almeno il 50% degli impieghi richiede un alto livello di istruzione.

E invece ci troviamo di fronte al rischio rovinoso dell’analfabetismo di ritorno: frutto anche di un armamentario legislativo –abolizione degli esami, sistema dei debiti formativi- tutto teso ad abbassare il livello e la qualità del sapere. A tutto ciò aggiungasi fenomeni inquietanti e sempre più diffusi di atti di microviolenza, di bullismo e persino di teppismo, che i media impietosamente e quotidianamenteregistrano.

Sbaglia però chi pensasse che la scuola sia solo tutto ciò: vi sono anche esperienze virtuose di innovazioni e sperimentazioni, finalizzate a svecchiare metodi e contenuti, a superare il nozionismo astratto, a legare la scuola al territorio: basti pensare a questo proposito, all’introduzione di elementi di lingua, cultura e storia sarda nell’insegnamento e nei curricula. In particolare a partire dalla emanazione della Legge regionale 26/1997 sulla “Promozione e valorizzazione della cultura e della Lingua della Sardegna” e della Legge statale 482/1999 sulla “Tutela delle minoranze linguistiche storiche” in Italia.

O pensiamo ancora alle tante iniziative tendenti a motivare i giovani alla lettura e allo studio, alla ricerca, all’affinamento della scrittura, alla discussione collettiva.

Voglio segnalare a questo proposito l’iniziativa in atto nell’Istituto tecnico per ragionieri più antico e prestigioso della Sardegna, il “Martini” di Cagliari: il giornalino d’Istituto. Un folto gruppo  di studenti, -soprattutto ragazze- ogni settimana, seguito da docenti e un giornalista, si riunisce, discute, confeziona gli articoli che daranno vita al giornalino appunto. Alla presenza stabile della redazione formata da Claudia Corongiu, Valentina Puggioni, Vittoria Pisu e Enrica Macis, di volta in volta si aggiungono altri studenti che propongono i loro contributi.

 

(pubblicato su Il Sardegna l’1-3-08)