Fra Grillo, inciucio PD-PDL e Presidenzialismo.

 

Crisi dei Partiti e Stato confederale

di Francesco Casula

E’ in atto un ossessivo can can mediatico sul flop di Cinque Stelle. Sia chiaro: che il risultato del Movimento di Grillo sia stato negativo è un fatto difficilmente contestabile. Ma perché non aggiungere che il terreno delle Amministrative  è per quel Movimento quasi impraticabile? Non solo perché occorre radicamento territoriale e una classe politica conosciuta, esperta e collaudata ma perché il voto “grillino” è sostanzialmente di opinione, legato al messaggio e alla figura del suo leader? E mi chiedo: quand’anche fosse stato un “flop”, pensiamo davvero che sia oggi questo il centro di interesse dei cittadini e  dei lavoratori?  Ma soprattutto cui prodest? A chi giova?  Non servirà per dimenticare ben altri flop: ad iniziare dalla perdita di 10 milioni di voti da parte di PDL-PD nelle ultime elezioni politiche? E che dire dell’astensionismo? Con più di un elettore su due che hanno disertato le urne? O dobbiamo considerare l’astensionismo di massa un fenomeno ormai fisiologico? E’ stato addirittura detto e scritto – in modo insipiente –  che non sarebbe un gran dramma perché negli Stati Uniti da sempre votano con quelle percentuali e quasi altrettanto nell’Europa occidentale. La verità è che tali posizioni – non a caso sostenute da una “casta” di giornalisti, prona e obbediente ai poteri forti, alla classe dirigente al potere e al Governo di turno – servono per mistificare la realtà e narcotizzare l’opinione pubblica facendole dimenticare i veri responsabili del collasso economico e dello sfascio sociale e persino antropologico-culturale dell’Italietta ormai al tramonto: ad iniziare dai Partiti. Un tempo architrave della democrazia, viepiù nel tempo, segnatamente a partire dagli anni ’90, si sono trasformati in mere strutture di potere o, nel migliore dei casi, in semplici Comitati elettorali. Autoreferenziali e interessati solo ad autoperpetuare una casta di mandarini e di privilegiati. Il cui unico scopo è la conquista e la gestione del potere e l’occupazione di Enti, di qualsivoglia genere – da quelli bancari a quelli culturali – purché rendano in termini di soddisfacimento degli appetiti plurimi dei “clienti” più fidati (e servili). Per cui idee politiche, ideologie, programmi e progetti si riducono a pura simulazione: sono effimeri e interscambiabili. Tanto che – mi riferisco al Pd-Pdl in modo particolare – dopo aver condotto una campagna elettorale giurando e spergiurando che mai si sarebbero alleati, li ritroviamo insieme nel Governo Letta-Alfano. Come insieme erano nel Governo Monti. Per che fare? Per promettere, rimandare, rinviare. Ancora una volta. Dovevano subito eliminare il Porcellum ed eccoli a discutere di Presidenzialismo: pur sapendo che non c’è alcun nesso fra legge elettorale e riforma costituzionale. Sia ben chiaro: di una Riforma della Costituzione c’è bisogno: ma l’unica vera e urgente riforma costituzionale è quella di trasformare lo Stato unitario e centralista in Stato confederale, frazionando la “sovranità”, “rompendo” quindi lo Stato unitario e dando vita a una forma nuova di Stato di Stati, in cui “per Stati non si intendono più gli Stati nazionali degradati da Enti sovrani a parti di uno stato più grande, ma parte o territori dello stato grande elevati al rango di stati membri” (Norberto Bobbio). Un Parlamento “nominato” sembra invece attardarsi in  chiacchiere su cesarismi  vecchi nuovi e su plebisciti parafascisti, prodotti di una cultura del capo e del gerarca di cui faremmo volentieri a meno fa.

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 15-6-2013

Fra Grillo, inciucio PD-PDL e Presidenzialismo.ultima modifica: 2013-06-15T15:54:23+02:00da zicu1
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