LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA (CSS) LANCIA L’ALLARME: SALVIAMO I PICCOLI CENTRI

 

COSE SARDE

TAGLIAMO PURE

SENZA COLPIRE

I NOSTRI COMUNI

di Francesco Casula

Parte da Senis, minuscolo centro dell’Alta Marmilla con poco più di 500 abitanti, il grido di allarme per salvare i piccoli comuni. A lanciarlo è stata la Confederazione sindacale sarda (CSS) nei giorni scorsi in un Convegno che ha visto la partecipazione di molti sindaci della zona oltre che dell’intero Consiglio nazionale del sindacato etno-identitario.

Secondo il segretario generale Giacomo Meloni la Regione Sardegna in virtù del suo Statuto speciale ha tutti i poteri per opporsi alla cancellazione dei paesi al di sotto dei 1000 abitanti, così come previsto dalla manovra finanziaria in discussione in Senato.

Sono ben 117 i paesi a rischio di estinzione per legge. E sarebbe un delitto contro la stessa identità dei Sardi. Invece di usare la scure occorrerebbe invece –secondo Meloni – interrogarsi sulle ragioni dello spopolamento, che colpiscono  in modo particolare il Nuorese e l’Ogliastra, da ricercare nel taglio dei servizi essenziali (scuole, poste in primis), ma soprattutto nella mancanza di opportunità di lavoro. Le cui responsabilità –oltre che allo Stato- sono da  ricondurre alla Regione, assente nel sostenere adeguatamente le zone interne.

C’è la crisi? Si chiede il leader della CSS. Ebbene il Bilancio Regionale venga spolpato da tutte le incrostazioni e ridondanze che in molti casi sono veri e propri sprechi e abusi che gridano vendetta e che servono soprattutto per oliare i meccanismi del consenso elettorale e delle clientele. Si riducano le Provincie. Si dia un taglio netto alle prebende e ai vitalizi dei consiglieri regionali che ci costano 17 milioni di euro ogni anno. Si dia una sforbiciata decisa agli stipendi degli onorevoli regionali che sono pagati 18 mila euro al mese, in assoluto più di tutti gli altri consiglieri, essendo secondi solo ai colleghi della Regione Sicilia.

Dubito che la classe politica ascolti la denuncia della CSS. Certo è comunque che senza una svolta radicale, senza interventi decisi a favore delle Zone interne della Sardegna e dei piccoli centri, continuerà lo spopolamento, si accentuerà l’emigrazione intellettuale dei giovani, avanzerà la desertificazione del territorio a causa dell’abbandono delle campagne, la fuga verso le coste e l’inurbamento forzoso verso le città.

La Sardegna, sfregiata e mutilata nella sua identità più profonda e millenaria, di fatto sarebbe cancellata.

Pubblicato il 7-11-2011 su Sardegna quotidiano

 

 

LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA (CSS) LANCIA L’ALLARME: SALVIAMO I PICCOLI CENTRIultima modifica: 2011-11-07T09:45:00+01:00da zicu1
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