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Nucleare? No, grazie!

RITORNA LO SPETTRO DEL NUCLEARE

di Francesco Casula*

In Sardegna ritorna lo spettro del nucleare. Nei giorni scorsi il presidente dei Verdi Angelo Bonelli ha denunciato l’esistenza di un dossier consegnato dall’Enel al Governo che conterrebbe una mappa della penisola con le otto località candidate a ospitare le centrali nucleari: fra queste ci sarebbe anche Oristano. Il governo di Roma smentisce che siano stati già individuati i siti ma l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti lo riafferma, pur rifiutandosi di rivelarli. Ma c’è di più: per superare eventuali dissensi e opposizioni da parte delle popolazioni le centrali potrebbero essere “blindate”, costruite cioè in aree del demanio militare e dunque anche il territorio circostante sarebbe militarizzato. Per la Sardegna ciò costituirebbe un’altra “servitù”, ancor più pericolosa e pesante di quelle che attualmente è costretta a sopportare: ricordo infatti che dei 40.000 ettari del demanio militare su scala nazionale, 24.000, ovvero ben il 60% pesano sulla groppa della Sardegna. Dove son presenti tre poligoni permanenti: di Quirra, di Teulada e di Capo Frasca. Proprio alla presenza di questi poligoni la Sardegna paga –fra l’altro- un immane tributo in termini di malati di tumore: ben 60 militari sono infatti morti per cancro in seguito al servizio prestato in questi poligoni. E si tratta dei casi ufficiali e accertati cui, verosimilmente, occorrerà aggiungerne molti altri, riguardanti anche la popolazione civile. La presenza di una centrale nucleare in Sardegna, che peraltro non trova alcuna giustificazione energetica, entrerebbe in rotta di collisione con qualunque progetto di sviluppo sostenibile dell’Isola. Bene ha fatto perciò il popolo antinucleare a iniziare a mobilitarsi per opporsi a questa ipotesi scellerata. E bene ha fatto Sardigna Natzione a promuovere un referendum consultivo per chiedere ai sardi la possibilità di pronunciarsi sul seguente quesito:”Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?” Hanno già votato migliaia di sardi. Ma senza un dissenso popolare, vasto e ubiquitario, sarà difficile evitare che l’Isola, dopo essere stata sito di industrie nere e inquinanti, di basi e servitù, di poligoni per esercitazioni degli eserciti di mezzo mondo, possa evitare la presenza del nuovo e devastante “Ordigno”.

 

*storico

(Pubblicato su Il Sardegna del 22-12-09)

 

Nucleare? No, grazie!ultima modifica: 2009-12-22T10:49:22+01:00da
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