Nucleare

Tutti i costi e i pericoli del nucleare.

di Francesco Casula*

Due studiosi, Vincenzo Migaleddu, medico radiologo ed esponente dell’’International Society of Doctors for the Environment, e Michele Saba, docente di fisica all’Università di Cagliari, con relazioni zeppe di numeri, dati e statistiche hanno impietosamente demolito, pezzo per pezzo le tesi nucleariste indicando nel contempo alternative energetiche credibili e praticabili. E’ successo sabato scorso nel Convegno tenutosi a Cagliari e organizzato da Sardigna Nazione Indipendentzia e dalla Confederazione sindacale sarda. Migaleddu ha insistito soprattutto sulla pericolosità delle centrali e sui costi: il problema più grave e ancora irrisolto –ha sostenuto- è quello delle scorie che continueranno ad emettere radiazioni  per ben 250.000 anni. Ma la centrali rilasciano materiale radioattivo anche durante la loro attività. Se malauguratamente si costruisse una centrale in Sardegna, assisteremmo a un ulteriore aumento delle malattie in un Isola che già oggi è la più malata d’Italia.Per quanto attiene ai costi ha ricordato l’incertezza degli stessi: le previsioni infatti vengono regolarmente sforate: è successo negli USA (con lievitazioni del 150%) in India (del 300%) e recentemente in Finlandia (del 50%). E questi sono i costi esclusivamente aziendali cui occorre aggiungere quelli sociali e ambientali, difficilmente quantificabili, ma comunque giganteschi. Non è un caso dunque che la costruzione di centrali nel mondo si stia riducendo, che altre vengano fermate e ben 100 stiano andando in dismissione. Saba invece si è soffermato sulle alternative al nucleare, individuandole sull’energia idroelettrica ma soprattutto su quella solare. A chi ritiene che per poter produrre energia sufficiente per i nostri fabbisogni occorrerebbe coprire l’Isola intera di pannelli, calcoli alla mano, ha dimostrato che sono sufficienti 60 Km² di pannelli, ovvero un piccolo quadrato con otto Km² di lato. Pannelli che potrebbero essere ubicati nelle discariche o in alcune zone militari dimesse, per non sottrarre ai sardi terreno utile. Fra l’altro lo sfruttamento in larga scala del solare, in alternativa anche al petrolio e al gas naturale, risponderebbe alla necessità non più procrastinabile di ridurre le immissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, causa prima del riscaldamento del Pianeta, dello scioglimento dei ghiacci, dello stravolgimento del clima.

*storico

(Pubblicato su Il Sardegna del 7-4-09)