IL GRANDE INGANNO ED ERACLITO.
Una truffa mediatica particolarmente odiosa, viene quotidianamente consumata e diffusa, in particolar modo nei Media italioti, ma anche sardi (carta stampata come TV) ed è questa: chi si batte, generosamente e con coraggio, soprattutto attraverso i Comitati popolari contro la speculazione energetica, sarebbe contro le energie alternative, eolico e fotovoltaico in primo luogo. E, dunque sarebbero contro la transizione ecologica e green.
E’ una ciclopica falsità circuitata ad arte dai sostenitori dei nuovi invasori, ovvero dei colonizzatori speculatori affaristi e facciendieri di mezzo Pianeta, che si stanno impadronendo dei nostri terreni, devastando e inquinando l’ambiente, abbruttendo il paesaggio.
Quello che contestiamo denunciamo e combattiamo non è l’energia verde ma la colonizzazione energetica, ovvero la scelta della Sardegna come stazione di servizio base e servitù per produrre energia per 50 milioni di abitanti, noi che siamo poco più di un milione e mezzo.
E allora? Allora ben venga l’energia alternativa: quella che ci serve: no unu gramu in prus! E cantas palas e cantos campos fotovoltaicos depet tennere sa Sardigna? In base a su bisongiu de energia. In base a s’impreu chi nde faghet. Ne prus e nen mancu.
Gai etotu pro cantu pertocat sas ateras Regiones italianas: tantu consumu tantas palas e foltovotaicu pro produire, in proportzione s’enerzia chi lis serbit.
E imbetzes, ite est sutzedende? Una truffa. Un imbrolliu.Mescamente sas Regiones de su Nord si nche cherent pigare s’enerzia neta dae sa Sardigna sena la produire: bella e pronta!
Lo sostengo da ambientalista convinto: da sempre. Sui temi ambientali ho scritto dagli anni ’80, decine di articoli: riporto il primo che mi trovo.
“Il filosofo Eraclito di Efeso, gran teorico del “Πάντα ρει” (tutto scorre), ovvero dell’incessante fluire e divenire delle cose, nella sua concezione relativistica, salvava un unico valore, considerato assoluto, stabile e perenne: l’ambiente.
Occorre prendere atto, che a più di 2.500 anni di distanza, l’intuizione e l’avvertimento del filosofo greco nell’intero Pianeta, sono stati fortemente disattesi.
Il cambiamento climatico ne è il frutto più pericoloso e nefasto per l’intero ecosistema. Esso è la manifestazione più lampante, che può portarci – se non si cambia radicalmente rotta – alla catastrofe planetaria. E che comunque già oggi, con la modifica del clima, con la devastazione della natura, dissestando e consumando e inquinando il territorio, si producono danni profondi agli ecosistemi, la salute e la vita stessa della popolazione.
Esso è il frutto delle dissennate politiche e scelte degli uomini e non un risultato di un qualche destino naturale nemico e baro.
E’ il frutto di uno sviluppo industrialista e neoliberista, tutto giocato sullo sfruttamento spietato della natura, del territorio, delle materie prime e delle risorse naturali, teso esclusivamente a produrre merci finalizzate alla realizzazione di un profitto e di un consumo immediato.
E’ il frutto di una vera e propria follia: dell’illusione di uno sviluppo infinito in un sistema finito di risorse (la nostra terra). Addirittura di una crescita geometrica assolutamente incompatibile con la natura, che può portarci al collasso e alla morte.
A fronte di una crisi di tale dimensione, senza un salto evolutivo, l’uomo sapiens non ce la farà. Perduto il contatto con la natura e l’unità del Cosmo, abbiamo costruito una civilizzazione che porta all’autodistruzione.
Apocalittico? Vorrei pensarlo.
E vorrei credere ai trombettieri delle magnifiche e progressive sorti del neoliberismo e della globalizzazione, dello sviluppismo industrialista e produttivista, senza limiti.
Occorre invece essere consapevoli che l’ambiente è una risorsa, limitata e irriproducibile. Di qui la necessità di difenderlo con le unghie e con i denti e di conservarlo, valorizzandolo e non semplicemente sfruttandolo e divorandolo.
Esso è l’habitat la cui qualità non è un lusso – magari per pochi esteti – ma la necessità stessa per sopravvivere. Ed il territorio deve essere certo utilizzato anche come supporto di attività turistiche, economiche e produttive ma nel rigoroso rispetto e della salvaguardia del nostro complesso sistema di identità ambientali, paesaggistiche, geografiche, etno-storiche, culturali e linguistiche.
Parlo dell’intero Pianeta: perché oggi il problema è planetario. Ma parlo soprattutto di noi: perché “de te fabula, narratur”, Sardegna”.