Con la manipolazione delle parole si manipola la realtà e la storia. Ecco perché occorre risemantizzare le parole

Con la manipolazione delle parole si manipola la realtà e la storia.
Ecco perché occorre risemantizzare le parole
di Francesco Casula
Se siete in grado di controllare il significato delle parole, sarete in grado di controllare le persone che devono utilizzarle. George Orwell ha esemplarmente chiarito questo punto nel suo romanzo distopico “1984”. Ma un altro modo di controllare le menti delle persone è quello di controllare le loro percezioni. Se riuscite a far loro vedere il mondo nel modo in cui lo vedete voi, allora penseranno come voi. La comprensione fa seguito alla percezione. Per fare un esempio di come le nostre percezioni vengano distorte e controllate basti pensare al fatto che le rivolte popolari e rivoluzionarie vengono definite dalla storiografia ufficiale, congiure. E chi si ribellava alle ingiustizie e alla prepotenza dei Savoia – ma è solo un esempio – veniva definito bandito. Bene. Il lavoro che ho fatto con il mio libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” è stato, per intanto, quello di risemantizzare le parole per ristabilire la verità storica. Raccontandola dal punto di vista sardo: dunque autorappresentandola. L’immagine che abbiamo di noi stessi è spesso – o sempre? – frutto di una prospettiva esterna. Ma se lasciamo che siano altri a raccontarci, guarderemo a noi stessi con gli occhi dell’altro. Per cui, come Sardi, ci autovalutiamo con una visione deformata, ci descriviamo come disuniti, gelosi, litigiosi, individualisti, invidiosi, diffidenti, quando non addirittura rozzi, analfabeti e incivili. Troppo spesso scegliamo le nostre qualità caratterizzanti tra quelle che sono aberrazioni della nostra cultura; caratteristiche che non sono la normalità ma piuttosto una deviazione dalla norma. Questa descrizione assomiglia molto spesso, guarda caso, sempre per riferirmi al mio libro, a quella che danno di noi sardi Carlo Felice e i tiranni sabaudi; che ci disprezzavano fino a considerarci esseri inferiori per natura. Ecco, a me piacerebbe che i Sardi, quando si descrivono, non si raccontino con gli stessi termini usati da gente che ci odiava e disprezzava, quando non ci torturava brutalmente e ci condannava a morte. L’autodescrizione in questo senso è di un’importanza enorme; e non a caso insisto nel libro sull’importanza delle parole e sulla scelta delle parole: Ribellione (tentata) di Palabanda e non Congiura; Giovanni Maria Angioy protagonista della rivoluzione antifeudale e non bandito; Cillocco e Sanna Corda eroi e patrioti e non criminali; lingua sarda e non dialetto; lingua civile con cui si scrivevano codici di leggi e documenti amministrativi e non lingua incivile da proibire e criminalizzare. Portando, a conferma la scienza glottologica secondo cui la lingua, per definizione, è un codice che organizza un sistema di segni in grado di esprimere ogni esperienza esprimibile.
 
 
 
 
 
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Con la manipolazione delle parole si manipola la realtà e la storia. Ecco perché occorre risemantizzare le paroleultima modifica: 2023-03-20T10:51:18+01:00da zicu1
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