Il progetto della Saras di devastare e inquinare Arborea

Lo “scippo” in nome di Eleonora

di Francesco Casula

La giudicessa d’Arborea – in realtà sovrana dal 1392 al 1409 dell’intera Sardegna, eccettuati il Castello di Cagliari e di Alghero – si starà rivoltando nella tomba dopo lo “scippo” del suo stesso nome da parte della Saras, con il “Progetto Eleonora”. Ma lo scippo maggiore riguarda il sequestro, la devastazione e l’inquinamento di un intero territorio, quello di Arborea appunto: vero e proprio paradiso naturale della Sardegna (con lo stagno, i fenicotteri, i cavalieri d’Italia, il pollo sultano) oltre che eccellenza agro-alimnentare, per la zootecnia e le colture di mais, fragole ecc. Moratti vorrebbe trivellare quel territorio, scavando fino a 3 mila metri perché ci sarebbe un giacimento di almeno tre miliardi di metri cubi di metano. Bene. Ma a chi andrebbe quel tesoro eventuale? Certo non ai Sardi: perché il prezzo di quel gas naturale sarà ancora in mano al mercato; perché il risarcimento  per la Regione sarà irrisorio: si parla del 10%. “Quando in Africa – parola dell’Assessore regionale all’ambiente Liori – per progetti simili impongono ricadute del 25/30%”. Insomma, issos si pigant su ranu (la Saras, con il metano estratto,  abbatterebbe di circa 20/30 milioni la sua bolletta energetica) e a nois lassant sa palla e i veleni. Continuerebbe la spoliazione della Sardegna. Con gli “spogliatori di cadaveri” non molto diversi da quelli “storici”di cui scrive Gramsci. In un articolo del 1919 sull’Avanti – allora censurato e scoperto fra carte d’archivio decenni dopo – l’intellettuale sardo parla della discesa in Sardegna di tre specie di spogliatori di cadaveri: gli industriali caseari, provenienti soprattutto dal Lazio, che fisseranno, vessatoriamente, il prezzo del latte, ricattando i pastori; gli industriali del carbone, discesi dalla Toscana, che per pochi soldi ne ottengono lo sfruttamento radendo al suolo l’Isola con la distruzione delle foreste; gli industriali che verranno dalla Francia, Belgio e Torino per un’attività di rapina delle risorse del sottosuolo: non industrie minerarie – sottolinea Gramsci – ma pura fase di estrazione. La storia sembra ripetersi. Ma questa volta non prevalebunt. Un’opposizione popolare, vasta e consapevole, (che vede insieme Amministrazioni locali e ambientalisti, intellettuali – ricordo per tutti Michela Murgia – e Gruppi indipendentisti , con ProgRes in prima fila), questa volta non permetterà che si consumi lo scempio.

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 4-6-2013

 

 

 

 

Il progetto della Saras di devastare e inquinare Arboreaultima modifica: 2013-06-04T11:02:27+02:00da zicu1
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