La dispersione scolastica e la Lingua sarda

LA DISPERSIONE

SI COMBATTE

CON LA LIMBA

di Francesco Casula

Anche nel 2012 la scuola sarda mostra le sue numerose e profonde piaghe: ad iniziare da una qualità che risulta fra le ultime in Italia, come ha rivelato anche recentemente l’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). Cui dobbiamo aggiungere un altro poco invidiabile primato per quanto attiene alla dispersione e mortalità scolastica con il 15,2 %  dei bocciati a fronte, per esempio, del 9,2 della Liguria o 8,8% della Valle d’Aosta, Lazio e Sicilia. A fronte di tali dati, nel novembre scorso l‘Assessore regionale alla Pubblica istruzione ha approvato le linee guida per il finanziamento di interventi volti a ridurre la dispersione scolastica attraverso il potenziamento del sistema scolastico: ben 14 i milioni di euro disponibili. Tutto bene allora? Per niente. Come giustamente denuncia Su comitadu pro sa limba sarda, negli indirizzi operativi per gli interventi a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna per contrastare la dispersione scolastica e innalzare la qualità dell’istruzione e le competenze degli studenti, la lingua sarda non viene neppure citata. Come se non esistesse alcun rapporto fra il fallimento scolastico, la scarsa preparazione e la questione del Sardo. Rapporto invece dimostrato inequivocabilmente da studiosi e pedagogisti come Maria Teresa Catte e la compianta Elisa Spanu Nivola. O come se la didattica fosse ininfluente per l’apprendimento e la formazione. Scrive a questo proposito Nicola Tanda, professore emerito di Letteratura e Filologia sarda nell’Università di Sassari: “Nelle classifiche della scuola superiore il Friuli occupa la prima posizione e la Sardegna quasi l’ultima. Mi domando: c’è qualche connessione tra questi risultati e l’uso proficuo che essi fanno della specialità del loro Statuto? Nereide Rudas studia da anni il malessere psicologico dei Sardi. Ancora non ha messo in conto gli effetti della repressione che la scuola italiana esercita sulla lingua materna. In Friuli questa repressione non c’è più. La lingua materna è come il selvatico che, avendo radici profonde, consente l’innesto di qualsiasi lingua, di cui sia consigliabile l’apprendimento”. Che l’Assessorato riveda dunque gli indirizzi per combattere la dispersione inserendo insieme ai 5 già previsti, l’introduzione curricolare del Sardo.

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 6-1-2012

La dispersione scolastica e la Lingua sardaultima modifica: 2012-01-06T10:18:25+01:00da zicu1
Reposta per primo quest’articolo