Zedda e la Lingua sarda a Cagliari

 

COSE SARDE

SE IL SINDACO

SI DIMENTICA

DELLA LIMBA

di Francesco Casula

Il Sindaco di Cagliari nelle dichiarazioni programmatiche ha disegnato e prefigurato una città più solidale, più pulita, più ecologica, più bella: più vivibile insomma. Di qui l’impegno –ma sono solo esempi- per l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, la pulizia rigorosa e totale di strade, parchi e piazze, la metropolitana leggera e via elencando. Tutto bene allora? No. Nelle sue dichiarazioni c’è un ciclopico buco nero: manca la Lingua sarda. Neppure menzionata. In ben 45 pagine. Eppure Zedda parla di una città più europea ma nel contempo più sarda. Mi chiedo: senza la lingua? Senza la sua storica dimensione etno-identitaria?

 

Su Comitadu pro sa limba sarda nei giorni scorsi ha ricordato a Zedda che la Lingua sarda è riconosciuta e tutelata dalla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa, dalla legge dello Stato n.482/99 e dalla legge Regionale n. 26/97.  Ebbene su questo versante, Zedda per Cagliari non prevede nulla.

 

Eppure Cagliari, storicamente, è sempre stata bilingue. Talvolta persino tri-quadrilingue. Sigismondo Arquer, vittima dell’Inquisizione  e condannato al rogo in Spagna, intellettuale cagliaritano di statura europea –la sua monografia “Sardiniae brevis historia et descriptio”, venne inserita nella Cosmografia scritta dal famoso Sebastian Münster- conosceva 5 lingue: il catalano, l’italiano, il latino, il castigliano e il sardo. In queste ultime tre lingue ci ha lasciato la preghiera del “Padre nostro”.

 

In lingua sarda scrivono le loro poesie più belle personaggi cagliaritani come Efisio Pintor Sirigu, l’avvocato che fu protagonista della cacciata dei piemontesi da Cagliari nel 1794; come Ottone Bacaredda, sindaco reazionario della città ma gustoso e ironico poeta; come Gaetano Canelles: memorabile una sua poesia intitolata “Su maiolu”.

 

In Sardo casteddaiu scrissero le poetesse Mundula Crespellani, Muscas Aresu e Ferraris Cornaglia; Giginu Cocco e, più recentemente  Aquilino Cannas, poeta di grande estro, che insorge contro i saccheggi consumati sulla natura e sulle bellezze della sua città.

 

Zedda si è dichiarato disponibile ad accogliere contributi che potranno arricchire la sua proposta di nuova Cagliari: per intanto inizi a istituire s’ Ufitziu de sa limba, ormai presente, da anni, in numerosissimi Comuni sardi ma non nella nostra capitale.

 

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 7-10-2011

 

 

 

 

 

 

 

 

Zedda e la Lingua sarda a Cagliariultima modifica: 2011-10-07T10:33:18+02:00da zicu1
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