L’imbroglio del referendum: cambiare tutto per non cambiare niente.

 

REPLICANDO

 

TRA PORCELLUM

 

E MATTARELLUM

 

SI SALVI CHI PUO’

 

di Francesco Casula

 

Su questo Quotidiano il 31 Agosto scorso, due rappresentanti del Comitato “Sardegna contro il porcellum”, Gianluca Medas e Simone Spiga, replicano a una mia nota del giorno prima. Sul giudizio negativo rispetto all’attuale sistema elettorale, nulla quaestio:siamo d’accordo. Il dissenso attiene al Mattarellum, che il Referendum sostenuto da Medas e Spiga, risusciterebbe se dovesse andare in porto.

 

Si tratta del sistema elettorale che è stato in vigore nelle elezioni politiche del 94-96-001, che attribuiva il 75% dei seggi ai collegi uninominali e il 25% al proporzionale con sbarramento del 4% e che ha dato pessime prove di sé.

 

Quel sistema uninominale e maggioritario, nonostante la retorica che si è fatta sul nuovismo, è un vecchio arnese dell’Italia prefascista, “uno dei principali strumenti di potere- cito testualmente da <La conoscenza storica, di De Bernardi Guarraccino, Il Novecento, Ed. Mondadori, pag.130>-  del Partito liberale, dato che i suoi esponenti, in genere appartenenti alle èlites locali, riuscivano a raccogliere senza troppe difficoltà – grazie anche a rapporti personali, d’ amicizia e di clientele – l’appoggio di un esiguo manipolo di elettori”.

 

Con l’introduzione del suffragio universale (maschile) nel 1913 e del sistema elettorale proporzionale nel 1919, il vecchio sistema politico finì gambe all’aria e si affermarono proprio quei grandi Partiti democratici e di massa, quello Socialista e quello Popolare, che si erano battuti contro il Partito dei notabili, delle clientele e della corruzione e dunque contro il sistema uninominale e maggioritario che lo favoriva.

 

  Dimentichi di tutto ciò, oggi i suoi sostenitori  di fatto lo ripropongono, facendo finta di non capire che il Mattarellum, ha gli stessi difetti del Porcellum, ha scritto il sen. Passigli (Pd). Sfido chiunque a dimostrare –ha aggiunto- che i candidati nei collegi non sono scelti dai partiti ma voluti dai cittadini, e a dimostrare che la necessità di vincere nei collegi non porta agli stessi difetti del premio di maggioranza: frammentazione e coalizioni di governo disomogenee e paralizzate dalle loro divisioni. Ricordo che lo stesso Passigli ha presentato un referendum per l’abolizione del Porcellum, ma per ritornare al proporzionale, sia pure con lo sbarramento del 4% e non per riproporre l’antidemocratico uninominale e maggioritario.

 

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 2-9-01

 

 

 

L’imbroglio del referendum: cambiare tutto per non cambiare niente.ultima modifica: 2011-09-02T10:18:21+02:00da zicu1
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