L’ultimo romanzo di Gian Franco Pintore

Delitto contro la storia. In Sardo

di Francesco Casula*

E’ nelle librerie da qualche mese l’ultimo romanzo di Gianfranco Pintore, “Sa losa de Osana” (Condaghes editore), che idealmente potrebbe comporre una trilogia “noir” insieme a “Nurai” pubblicato nel 2002 e “Morte de unu Presidente” del 2007. La storia, ambientata nella Sardegna di oggi, si snoda intorno a Sarbana, una giovane laureata in archeologia, un giornalista, Nurai che conduce una serie di inchieste sull’amministrazione dell’archeologia, un’antica stele (sa losa) in cui, incastonato, si trova un rettangolo di bronzo iscritto. Questa volta però –al contrario che nei due romanzi precedenti- non ci sono “mortos, fertos, intzidentes, bombas contra sas machinas”, ma una sola vittima: la storia sarda. Il nucleo fondante il romanzo è infatti il sequestro, la falsificazione, la cancellazione della nostra storia: in sintesi –come scrive Pintore: “unu complotu contra s’istoria”. Segnatamente di quella prenuragica e nuragica. Protagonisti di tale “sequestro” sono i baroni universitari che “iscrient abidentemente su fartzu e sighint a imbordulare sas cosas”, e le Sovrintendenze che “non dant a sa gente fundamentos pro comprendere comente est cumposta s’istoria”. I primi come le seconde sono obnubilati da pregiudizi eurocentrici e da xenomania per cui “si che ghetant a sos fenicios o a sos romanos e finas a sos sumeros ma no a sos Shardanas” perché “camminare in andelas disconnotas” comporta lavoro e ricerca, mentre i nostri accademici e burocrati delle sovrintendenze continuano a ripetere “su connotu”, seguendo pedissequamente l’ipse dixit di un Erodoto o di un Livio. Ma c’è di più: “contra chi tumbat ipotesis diferentes, faghent a manera de li segare sas ancas”. Ma alla fine, sembra dire Pintore, vincerà la ricerca e non la censura di chi “parent gigantes, cun totu sa barrosia chi parant e bastat a li fagher buh e s’imbrutant sos cartones”! Come si sarà capito il romanzo è scritto in Sardo, anzi, in Limba sarda comuna, a smentire chi ritiene che questa sia una lingua artificiale e inutilizzabile nella letteratura. Una lingua che risulta insieme ricca e sobria, concisa ed espressiva. Con cui Pintore reimette nel circuito della comunicazione scritta –e di riflesso dunque anche di quella orale- molti lessemi, spesso preziosi e/o desueti, alcuni particolarmente pregnanti, e persino onomatopeici. Un libro da leggere e da assaporare.

*storico

(Pubblicato il 26-1-10 su Il Sardegna)

 

 

 

L’ultimo romanzo di Gian Franco Pintoreultima modifica: 2010-01-26T08:03:44+01:00da zicu1
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