Lingua sarda

Il Governo riduce brutalmente i finanziamenti per la Lingua sarda

IL  BANCO  DI  PROVA  DEGLI  UFITZI

di  Francesco Casula

Nei giorni scorsi Lucia Baire, assessore regionale della Cultura ha incontrato una delegazione dei 198 lavoratori del Servizio Lingua e Cultura sarda in attività negli enti locali dell’isola che protestano per i continui tagli ai fondi erogati dallo Stato, ridotti dai 2.367.000 euro del 2006 ai 135.000 di quest’anno. Finora gli stanziamenti erano stati garantiti dalla legge statale 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche (fra cui quella sarda), ma dalle prossime annualità i finanziamenti a disposizione rischiano di continuare a calare drasticamente. I “tagli” sono iniziati con il Governo Prodi e quello di Berlusconi ha proseguito. Nell’incontro l’assessore Baire si è impegnata a rappresentare in tempi brevissimi i loro problemi al ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, competente sui temi della salvaguardia delle minoranze linguistiche. La situazione è gravissima: con i finanziamenti previsti per il 2010 dei 198 lavoratori impegnati negli Ufitzi de sa limba ne rimarrebbero 37-40. Si tratta di giovani laureati, con una grande professionalità, che hanno investito in cultura e conoscenza, che hanno dietro studi, master, corsi di aggiornamento sulla Lingua sarda. A parte la perdita del posto di lavoro, verrebbe a mancare nei nostri paesi uno strumento fondamentale di promozione e valorizzazione del Sardo. Ricordo infatti che la finalità degli Ufitzi è quello di coordinare e portare avanti tutte quelle attività che attengono all’uso –scritto e orale- del Sardo, (organizzando corsi, offrendo consulenza per le traduzioni, avviando studi e progetti sul Sardo in collaborazione con la scuola). L’assessore Baire sostiene che la Giunta e il suo assessorato sono molto sensibili alle tematiche che riguardano la salvaguardia del Sardo: il finanziamento degli “Ufitzi” è un banco di prova. E ricordo quanto sostiene  Michelangelo Pira nella “Rivolta dell’oggetto”: Il Vicerè non aveva alcun obbligo di essere bilingue; alla traduzione dei suoi ordini potevano provvedere intellettuali bilingui suoi dipendenti. Il presidente della Regione (per dire le istituzioni e organizzazioni politiche sarde autonomiste) ha 1’obbligo di essere compiutamente bilingue: il suo compito non è quello di trasmettere ordini di una sovranità esterna bensì quello di farsi estensione di una sovranità interna partecipando alla costruzione di questa”.

Lingua sardaultima modifica: 2009-06-30T12:07:39+02:00da zicu1
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Un pensiero su “Lingua sarda

  1. Beh… i sardi hanno mollato Soru e sono passati dall’altra parte della barricata. Ecco il premio. Una delle poche regioni che ancora manteneva i legami col passato rischia di perderli. La cultura in Italia è ormai priorità centouno su cento. Però ci sono stati i finanziamenti sul digitale terrestre, almeno non ci perderemo Emilio Fede…

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