Statutaria

Il Referendum sulla Statutaria:

 

 di Francesco Casula

 

In vista del referendum fissato per il prossimo 21 Ottobre gli oppositori alla Statutaria affilano le armi e si organizzano in Comitati. Il più recente è stato battezzato l’11 Settembre scorso e vede esponenti di un’area politica (che va da Rifondazione ai Sardisti e Indipendentisti) e sindacale (dalla CSS alla CGIL). Dunque non pregiudizialmente contraria a Soru e alla sua Giunta, di cui anzi qualche componente fa parte.

Il No dunque al Referendum attiene al merito della Statutaria, cui si attribuisce lo svuotamento anche di quella blanda forma di autonomia che ha contraddistinto le Istituzioni della Sardegna negli ultimi 60 anni e insieme il depotenziamento delle autonomie locali interne (comuni e province). E nel contempo l’attribuzione ad una figura unica, un novello vicerè, di poteri forti e privi di controllo e bilanciamento da parte della stessa Assemblea regionale: fra l’altro la possibilità di sciogliere il Consiglio regionale a suo piacimento.

Una statutaria –afferma il consigliere regionale sardista Atzeri- tutta intrisa di una “cultura tecnocratica e autoritaria”, che attacca direttamente la partecipazione, il protagonismo e la democrazia di base: basti pensare a questo proposito al fatto che il numero di firme per la sottoscrizione di un referendum passa da dieci a quindicimila, mentre il quorum per garantire la validità non sarà più pari a un terzo degli elettori ma imporrà il 50% più uno dei votanti alle regionali precedenti ((passerà dal 33,3% a circa il 39%).

 

 (pubblicato su Il Sardegna il 15 Settembre 2007)

Statutariaultima modifica: 2007-10-01T09:05:00+02:00da zicu1
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