Intelligente, avveduta e opportuna risposta della giornalista Daniela Pinna (Unione Sarda) a un lettore che aveva criticato un articolo dell’amico Tore Cubeddu perché scritto in Lingua sarda e non corredato della traduzione in italiano.

 

L’ARTICOLO DI TORE CUBEDDU (Unione Sarda 5 novembre 2013)

 

La terra dei luoghi senza nome

Onni borta chi atòbiu a unu pitzinneddu chi non cumprendet su sardu, o unu babbu o una mamma chi mi narant ca diat a èssere prus profetosu a istudiare bene s’inglesu, mi pranghet su coro, non pro ite non pentzo chi s’inglesu siet importante, ma ca creo chi de motivos pro imparare su sardu a fìgios nostros nde diamus a tènnere medas.

Intendo babbos e mammas imparende a sos fìgios Maldiventre intames de Maluentu (vento cattivo), Isola dei cavoli invetzes de Ìsula de is càvurus (dei granchi), Golfo aranci e non Gulfu di li ranci (dei granchi), Margine rosso invetzes chi Margiane arrùbiu (volpe rossa). Bio biddas renuntziende a sos nòmenes insoro, timende chi non ddas agatent prus sos italianos o sos americanos in Google maps. Timent de abarrare sena coordinadas, ispèrdidos. Immàgino a sos pitzinneddos sardos andende a mare, a Mare Pintau, a Putzu Idu, a Sa Mesa Longa, a Sas Linnas Sicas, a S’Architu, sena de ischire ite cherent nàrrere custos nòmenes. O a su sartu, a Molineddu, a Genna Ponte, a su Cungiau de sa figu bianca, comente chi èsserent logos israighinados dae terra.

Che a istràngios ant a èssere, figlios nostros, sena de «ischire prus mancu sa terra chi ddos apoderat». E issaras non nos depimus ispantare si perdent s’istima pro sa terra insoro, pro sas domos insoro, si ddis benit prus fàtzile a si nche andare. Sa curpa at a èssere sa nostra.

 

LA CRITICA DEL LETTORE La critica del lettore  Giovanni U. Floris

Perché si scrive in sardo e senza traduzione

Sono in Sardegna dal 1960 e da allora compro L’Unione Sarda che, alle volte, riporta più notizie o spiega meglio i fatti di giornali più blasonati. Perciò mi sento autorizzato a criticare l’articolo di Tore Cubeddu (“La terra dei luoghi senza nome”) sulla Prima pagina di ieri. Criticare non tanto per l’articolo in quanto tale, probabilmente suggestivo, non tanto perché è scritto in sardo, lingua da non tutti comprensibile, quanto perché non c’è la traduzione in italiano. L’Unione vuole essere un giornale qualificato come gli altri, non un giornale locale che possa essere letto solo da chi capisce la lingua sarda, che poi non è neppure unica, su come deve essere scritta ci sono opinioni diverse. Ringrazio e continuerò a comprare il giornale. Ma un’altra volta traducete. E questa richiesta resterebbe valida anche se l’articolo fosse stato scritto interamente in qualsiasi lingua che non fosse l’italiano.

 

 

LA RISPOSTA DI DANIELA PINNA

 

È proprio sicuro, gentile lettore, che servisse una traduzione per capire la breve provocazione di Tore Cubeddu? Credo di no. Parola di lingua-mozza, che il sardo neppure lo balbetta. Capire però è un altra cosa. L’unico requisito è la voglia di ascoltare. O di leggere, in questo caso. Perché anche chi non parla il sardo (che è una lingua sola, con le sue varianti, come tutte le lingue) in qualche modo se lo porta dentro. L’ha sentito dai nonni, per strada, nelle canzoni, nei nomi dei fiumi e delle spiagge; ne porta impressa la sintassi, che riaffiora nell’italiano. Quindi può capire, può ri-scoprire. Cubeddu ci ha invitati a ricollegarci con la terra che ci sostiene e nutre, con i suoi nomi antichi, la sua lingua. Con noi stessi. Perciò non aveva senso tradurre in italiano. Riprovi a leggere, si stupirà.

 

Intelligente, avveduta e opportuna risposta della giornalista Daniela Pinna (Unione Sarda) a un lettore che aveva criticato un articolo dell’amico Tore Cubeddu perché scritto in Lingua sarda e non corredato della traduzione in italiano.ultima modifica: 2013-11-07T16:51:27+01:00da zicu1
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3 pensieri su “Intelligente, avveduta e opportuna risposta della giornalista Daniela Pinna (Unione Sarda) a un lettore che aveva criticato un articolo dell’amico Tore Cubeddu perché scritto in Lingua sarda e non corredato della traduzione in italiano.

  1. Credo che il suo problema non fosse dovuto al fatto che non ci fosse la traduzione. E’ la tipica preoccupazione degli autocolonizzati che vedono nella valorizzazione della lingua sarda una minaccia al loro sforzo di acquisizione di italianità e ai privilegi che conseguono nel farne parte.Troppo tardi il processo è in motto e nessuno lo fermerà.

  2. Bravissima Daniela Pinna, ha dato un ottima risposta senza ribattere alla provocazione del lettore. Si dd’at sonada e s’at amostau comenti si torrat sceda a chini non scidi o non bolit sciri.

  3. Credo che Daniela Pinna abbia dato una risposta sufficiente del perché non era necessaria una traduzione all’articolo di Cubeddu perché è destinato agli amanti della nostra lingua e non importa se a qualcuno non sta bene. C’è ancora troppa gente che rinnega le proprie origini e la propria terra, qualcuno che si vergogna di essere Sardo, io pur essendo stato costretto a lasciare la mia amata terra ho parlato sempre il Sardo quando mi trovavo con i miei parenti o con altri sardi. Ho scritto un libro autobiografico su alcuni fenomeni che hanno caratterizzato il comportamento dei Sardi in continente vedi blog riportato in calce…………………http://brunomereu.wordpress.com

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