Il Sardo a scuola

L’insegnamento del sardo a scuola

di Francesco Casula*

Nei giorni scorsi a Selargius si è tenuto un Convegno sull’insegnamento del Sardo nelle scuole, organizzato dall’Università di Cagliari, grazie soprattutto a Franco Meloni, il dirigente amministrativo, e Sara Chessa, curatrice del blog dello sportello Lingua sarda della stessa università. Dopo le relazioni di Maurizio Virdis, docente della facoltà di Lettere e Filosofia e di Diego Corraine, studioso del sardo, il dibattito, coordinato da Mariella Marras, della Direzione scolastica regionale ha visto gli interventi di numerosi docenti.Sono stati messi in chiaro tre punti fondamentali. Primo:la pedagogia più avveduta ritiene che la lingua materna e i valori alti di cui si alimenta sono la linfa, che nutre e fa crescere i bambini senza correre il gravissimo pericolo di essere collocati fuori dal tempo e dallo spazio, contestuale alla loro vita. Solo essa consente di saldare le valenze e i prodotti propri della sua cultura ai valori di altre culture. Negando la lingua materna, non coltivandola, si esercita una grave e ingiustificata violenza sui bambini, nuocendo al loro sviluppo e al loro equilibrio psichico. Li si strappa al nucleo familiare di origine e si trasforma in un campo di rovine la loro prima conoscenza del mondo. I bambini infatti –ma il discorso vale anche per i giovani studenti delle medie e delle superiori– se soggetti in ambito scolastico a un processo di sradicamento dalla lingua materna e dalla cultura del proprio ambiente e territorio, diventano e risultano insicuri, impacciati, “poveri”, culturalmente e linguisticamente. Secondo: non basta insegnare il sardo, occorre insegnare in sardo, perché come dimostra l’esperienza didattica e come sostengono i linguisti: “l’insegnamento della lingua come materia a sé, non produce effetti significativi, se la lingua non è usata come strumento di insegnamento di altre materie e come mezzo per l’espletamento delle attività ordinarie, ossia come mezzo di comunicazione nelle situazioni di vita” (Renzo Titone). Terzo: ogni lingua è pienamente adeguata a esprimere le attività e gli interessi che i suoi parlanti affrontano. Quando questi cambiano, cambia e cresce anche la lingua. In un periodo relativamente breve, la lingua precedentemente usata solo a fini familiari, può essere fornita di ciò che le manca per l’uso nella tecnologia, nell’Amministrazione Pubblica, nell’Istruzione.

*storico

(Pubblicato sul Il Sardegna del 27-2-10)

 

 

Il Sardo a scuolaultima modifica: 2010-02-28T10:06:15+01:00da zicu1
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