Verso un Partito democratico federato?

di Francesco Casula*

Graziano Milia, presidente della provincia di Cagliari ed esponente di spicco del Pd, recentemente ha riproposto la necessità di farne un partito federato: trasformandolo dunque in Pd sardo. Quando in Sardegna il 14 Ottobre scorso fu  formalmente costituito il Partito democratico, questo tema non fu neppure lambito dal dibattito, tutto appiattito com’era, sulle scelte “nazionali”, ma soprattutto sugli organigrammi. Il Pd è dunque nato come partito unitario e sostanzialmente centralista,  come semplice succursale dipendente dal Pd italiano, perdendo così l’occasione storica di dar vita a un partito sardo autonomo e federale. E non c’è dunque da stupirsi se a dirimere le controversie fra le due componenti interne –soriani e antisoriani- sia dovuto intervenire Passoni, un proconsole di Veltroni, che ancora “governa” il Partito. Nella patria storica del Federalismo questa scelta stride sommamente: e Lussu –al cui pensiero molti del Pd dicono di ispirarsi- fremerà sicuramente di rabbia. Ed è per lo meno curioso che a dichiararsi favorevoli a partiti come articolazioni territoriali provviste di ampia autonomia e persino a una struttura federata, basata su partiti regionali o interregionali, che possono differire fra loro persino su alleanze elettorali e formule di governo locali, siano stati sindaci –Cacciari di Venezia, Chiamparino di Torino- e presidenti di regione del Nord, come Dellai che ha sostenuto: “Serve un partito originale, autonomo, territoriale e di centro sinistra federato con il Pd”. Invece in Sardegna il Pd, su questo versante, dorme: la “sveglia” che ha dato Milia è stata dunque oltremodo opportuna, perché finalmente cambi rotta. Altrimenti i discorsi sul federalismo, non sono altro che chiacchiere: mi parrebbe infatti impensabile ipotizzare uno Stato che accentua la sua sagomatura in senso federalista a fronte di partiti che rimangano pervicacemente unitaristi, in cui a decidere sono gli apparati centrali e non i territori.
“Il tempo delle forze politiche centralizzate a livello nazionale è finito…E’ morta l’organizzazione della politica che ha considerato i territori come periferia. Continua a camminare ma non si accorge di essere morta. Bisogna rompere lo schema centro-periferia e ricostruire. Non dal basso che è una genericità ma dall’identità dei territori”: a sostenerlo è stato Bertinotti. Come non dargli ragione?
*storico
( Pubblicato su Il Sardegna del 10-3-2008)

 

Verso un Partito democratico federato?ultima modifica: 2009-03-17T09:03:00+01:00da zicu1
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