Termovalorizzatore

Il termovalorizzatore della Giunta regionale e il no delle popolazioni nuoresi.

 

di Francesco Casula

In poche settimane, il comitato popolare sorto per contrastare la realizzazione del termovalorizzatore nella piana di Ottana ha raccolto 5.000 firme ed è fortemente intenzionato a proseguire la sua battaglia. Per la verità non in solitudine: nei giorni scorsi anche il Sindaco di Ottana ha rotto gli indugi e si è schierato con la popolazione chiedendo un Referendum e l’intero Consiglio Comunale minaccia il ricorso al TAR per annullare la gara già espletata dalla Giunta per l’assegnazione dei lavori di realizzazione del megaimpianto.

Gli esperti insistono che quel progetto è pericoloso: produce residui da combustione che è difficile smaltire anche con  le nuove tecnologie né esistono soluzioni efficaci per le polveri sottili che producono danni irreversibili tra le popolazioni, inquinando il territorio e rendendo impossibile la qualità dei prodotti delle numerose Aziende agropastorali presenti. Inoltre trattando biomasse, si aprono le porte al raddoppio dei volumi dei rifiuti che passerebbero da 200 mila  a 400 mila tonnellate. Non basterebbero i rifiuti di tutta la Sardegna a soddisfare l’economicità dell’impianto e ciò preluderebbe all’importazione di altre quantità di rifiuti da altri paesi e località. La Confederazione sindacale sarda -che sostiene la lotta delle popolazioni barbaricine- insiste sugli effetti disastrosi sull’ambiente, sulle pochissime ricadute positive in termini di occupazione e di energia prodotta, sulla raccolta differenziata come alternativa al Termovalorizzatore.   (Pubblicato su Il Sardegna del 4-7-07)

Termovalorizzatoreultima modifica: 2007-07-27T19:45:00+02:00da zicu1
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